ROMA I giudici della quarta sezione penale dalla corte di Cassazione, presieduti da Salvatore Dovere, hanno rigettato i ricorsi, confermando di fatto le condanne emesse nel processo di primo grado e confermate in Appello, a più di un secolo e mezzo di carcere nei confronti del clan ‘ndranghetista dei Marando, originario di Platì in Calabria e attivo nel quartiere romano di San Basilio, dove avevano creato alcune piazze di spaccio di droga. In particolare, il gruppo criminale con i suoi affiliati, gestiva la piazza di spaccio in via Corinaldo. Nel dispositivo di sentenza, emesso dalla Suprema Corte, sono state confermate le condanne di Francesco e Alfredo Marando, condannati a 14 anni, di Paolo e Domenico Natale Perre condannati alla stessa pena, insieme a Gian Claudio Vannicola e Lenti Marco. Confermate le pene, non inferiori ai cinque anni, per Claudio Bava, Andrea D’Urbano, Fabio Batocchi, Simona Grossi, Emiliano Spada, Savino Tondo, Simone Pedone, Michele Riso, Stefano Sternoni, Ivana Alessandra Licata, Tiziano Conti, Umberto Strippoli, Emiliano Leotta e Pietro Romano. Confermate anche , l’interdizione dai pubblici uffici, e la sospensione della responsabilità genitoriale durante l’esecuzione della pena. L’operazione che portò agli arresti del clan vennero eseguiti dai carabinieri della compagnia di Montesacro, coordinati dalla Dda di Roma. (La Presse)
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