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l’intricato iter

“Reset”, per Manna «sussiste la gravità indiziaria, ma non l’esigenza cautelare»

La decisione del Riesame. La Cassazione aveva ritenuto fondato il ricorso della procura di Catanzaro contro l’inefficacia dell’ordinanza cautelare

Pubblicato il: 28/03/2024 – 15:37
“Reset”, per Manna «sussiste la gravità indiziaria, ma non l’esigenza cautelare»

COSENZA Sussiste la gravità indiziaria, ma non l’esigenza cautelare. E’ questa in estrema sintesi la decisione del tribunale del Riesame in merito all’esame disposto con rinvio dalla Corte di Cassazione nei confronti dell’ex sindaco di Rende, Marcello Manna (difeso dall’avvocato Nicola Carratelli). Il lungo e tortuoso iter trova epilogo nella decisione odierna del Tdl. Gli Ermellini avevano accolto il ricorso presentato dalla procura di Catanzaro avverso l’annullamento dell’ordinanza decisa dal Tribunale del Riesame di Catanzaro, nei mesi scorsi. I fatti si riferiscono alla misura cautelare degli arresti domiciliari disposti nei confronti dell’avvocato Marcello Manna, coinvolto nel procedimento scaturito dall’inchiesta denominata “Reset“.

L’intricato iter

Quasi un anno di rinvii e ricorsi per definire la posizione di Manna. La gravità indiziaria sarà oggetto di procedimento e in aula sarà discussa la posizione dell’ex primo cittadino rendese. Con una ordinanza del 25 maggio 2023, il Tribunale di Catanzaro, decidendo sul riesame a seguito del rinvio disposto dalla Corte di Cassazione nei confronti di Marcello Manna – che aveva annullato l’ordinanza emessa dal Tribunale del riesame di Catanzaro e che aveva a sua volta annullato l’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari applicativa nei confronti del ricorrente della misura degli arresti domiciliari – annullava l’impugnata ordinanza e, per l’effetto, revocava la misura in atto. Secondo l’imputazione provvisoria, Marcello Manna, «avrebbe accettato da Adolfo D’Ambrosio e da Massimo D’Ambrosio, vertici dell’omonimo sodalizio criminale di matrice ‘ndranghetista operante nel comune di Rende, a sua volta inserito nella confederazione di gruppi con a capo Francesco Patitucci», la promessa di procacciamento di voti «in cambio della concessione ai D’Ambrosio dell’affidamento dei lavori al Palazzetto dello Sport di Rende».
In merito alla ordinanza, la Procura della Repubblica di Catanzaro ha proposto ricorso per Cassazione, che in sede di annullamento «aveva disposto il rinvio per nuovo giudizio stigmatizzando l’erroneo canone di giudizio del compendio investigativo adottato dal Tribunale nella valutazione della gravità del quadro indiziario». La Cassazione, come sottolineato in precedenza, aveva deciso di considerare fondato il ricorso della procura rinviando al Riesame per un nuovo giudizio. Oggi il verdetto definitivo, con l’accoglimento parziale del ricorso della procura. (f.b.)

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