Ha fatto crollare il muro silenzio e ha iniziato a collaborare con la giustizia, dopo 26 anni, Francesco Schiavone, 70 anni, detto “Sandokan”, il boss del clan dei Casalesi. A riferirlo è l’edizione odierna di Cronache di Caserta. In carcere dal 1998, quando fu catturato in un bunker di un’abitazione al centro di Casal di Principe, Schiavone qualche settimana fa era stato trasferito nel carcere dell’Aquila perché malato di tumore. Schiavone è stato condannato all’ergastolo al 41 bis nell’ambito del maxi processo “Spartacus” ed è accusato di diversi omicidi. In questi giorni le forze dell’ordine, a quanto si apprende, si sono recate a Casal di Principe per proporre ai parenti del capoclan, tra cui il figlio Ivahnoe, di entrare nel programma di protezione, a conferma della volontà di Sandokan di collaborare con la Dda di Napoli. L’avvio del percorso di collaborazione da parte Schiavone viene confermato dalla Direzione nazionale Antimafia. Secondo quanto si apprende la decisione sarebbe maturata nelle ultime settimane, durante le quali la Dna e la Dda di Napoli hanno svolto un lavoro con la massima discrezione. Anche due suoi figli, Nicola e Walter, hanno avviato alcuni anni fa lo stesso percorso ora intrapreso dal padre.
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