PALMI Sono stati tutti assolti gli imputati coinvolti in un troncone del processo “Dirty Soccer”, quello cioè celebrato davanti ai giudici del Tribunale di Palmi, e relativo alla presunta combine per il match di “Eccellenza” tra Paolana e Palmese. Si tratta di Pietro Iannazzo, Antonio Mazzei, Riccardo Petrucci, Francesco Piemontese e Salvatore Calidonna.
Si tratta di una inchiesta tra quelle che hanno fatto più scalpore negli ultimi anni in Calabria, ma non solo. All’alba del 19 maggio dell’ormai lontano 2015, gli agenti della Squadra mobile di Catanzaro-Sco e della sezione centrale operativa della polizia di Stato di Roma, su disposizione della Dda di Catanzaro, avevano eseguito una cinquantina di fermi nei confronti di persone accusate di aver truccato (o tentato) diverse partite. I reati contestati andavano dalla frode in competizione sportiva alla truffa, a cui si aggiunge – ed è un inedito per il mondo del calcio – l’aggravante mafiosa.
Proprio perché nell’indagine della Distrettuale di Catanzaro era finito Pietro Iannazzo, ora assolto così come Antonio Mazzei (entrambi difesi dall’avvocato Renzo Andricciola) all’epoca team manager della Palmese. E poi Riccardo Petrucci (difeso dagli avvocati Marcello Manna e Giuseppe Manna), ex allenatore del Sambiase, Francesco Piemontese (difeso dagli avvocati Giuseppe Manna e Riccardo Panno), all’epoca giocatore della Palmese e Salvatore Calidonna (difeso dagli avvocati Francesco Gambardella e Giuseppe Mastroianni), direttore sportivo del Sambiase.
Perno delle combine – secondo l’ipotesi accusatoria – era proprio il Sambiase e la volontà di non farlo retrocedere. Anche perché le scommesse per il campionato di Eccellenza non esistono. Secondo l’accusa formulata dalla Dda in questo giro di partite da “sistemare” era entrato Pietro Iannazzo poiché «Riccardo Petrucci nel predisporre quanto necessario a far rendere concreta la sua illecita idea, chiederà e riceverà da Pietro Iannazzo il suo benestare, nell’organizzazione della combine, da “esibire” a chiunque avrebbe potuto avere qualcosa da ridire», scrivevano gli inquirenti. Petrucci avrebbe «contattato un calciatore del Castrovillari per combinare la partita che la squadra avrebbe disputato contro lo Scalea. Lo scopo era quello di favorire la squadra del centro tirrenico cosentino (che poi vincerà per 3 a 0) in modo da poi aver gioco facile con la squadra reggina che il Sambiase avrebbe ospitato, Gallico Catona, la quale avrebbe visto (in caso di vittoria dello Scalea) sfumare le proprie aspettative nel disputare i play off». Le successive intercettazioni, però, non riveleranno nuovi contatti sulla progettata combine della partita del Sambiase ma faranno emergere, secondo gli inquirenti, «un ulteriore interessamento dell’allenatore del Sambiase nel combinare la partita tra Palmese e la Paolana, con un risultato alterato che avrebbe consentito alla compagine cosentina di ottenere un pareggio in casa della compagine reggina già promossa al campionato superiore. Tale favore avrebbe poi consentito, nell’ottica della restituzione dei piaceri, all’allenatore del Sambiase di pretendere la vittoria del suo Sambiase nella partita successiva che avrebbe disputato proprio con la Paolana». La partita poi finì 4 a 3 per la Palmese, poi Petrucci si sarebbe rivolto a Piemontese incitandolo a spingere sui propri compagni facendo leva sulla presenza di Pietro Iannazzo e della sua famiglia sul Sambiase.
Tutte ipotesi crollate durante il processo perché tutti gli imputati sono stati assolti. (Gi.Cu.)
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