VIBO VALENTIA Sono stati tutti assolti «perché il fatto non sussiste» tutti e quattro gli imputati del processo nato dall’inchiesta “Spiaggia libera”. Cadute tutte le accuse per l’ex sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, per l’avvocato e imprenditore Vincenzo Renda ma anche per due dirigenti del Comune di Pizzo ovvero Nico Donato di Vibo Valentia e Nicola Salvatore Vasta di Curinga. La decisione è del Tribunale collegiale di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Gianfranco Grillone che ha dunque accolto la richiesta formulata dalla stessa pubblica accusa, andando oltre e accogliendo le richieste della difesa rappresentata in aula dagli avvocati Diego Brancia Vincenzo Trungadi, Nicola D’Agostino e Antonio Muscimarro.
Secondo l’ipotesi accusatoria emersa dall’indagine del 2019 l’ex sindaco Callipo risultava imputato per i reati di tentata concussione e abuso d’ufficio, quest’ultimo reato in concorso, in relazione a distinte e separate condotte, con gli architetti Nicola Domenico Donato e Nicola Salvatore Vasta.
Per l’imprenditore Vincenzo Renda, titolare di un lussuoso resort in fase di costruzione nella stessa zona, la procura di Vibo ipotizza, invece, il reato ipotizzato era di corruzione. Nello specifico, in qualità di titolare della struttura ricettiva “Galia Luxury Hotel”, secondo la prospettazione accusatoria, «Renda avrebbe corrotto l’ex sindaco acquistando merce per oltre 600 mila euro alla “Callipo srl”, la ditta di cui l’ex sindaco è socio insieme ai fratelli».
«Lo stesso Renda avrebbe poi assunto un parente di Callipo nella struttura ricettiva e promesso l’assunzione di altre persone segnalate dallo stesso primo cittadino». In base all’accusa si tratterebbe di una «utilità che Callipo riceveva per far compiere atti contrari ai doveri del proprio ufficio e, in particolare, quale vertice dell’amministrazione comunale che impartiva le direttive anche sulla politica di gestione del territorio». Pertanto, l’ex sindaco, sempre secondo l’accusa, avrebbe «condizionato l’operato dei dirigenti del Comune di Pizzo, “istigati” a compiere condotte illecite nella gestione delle pratiche». Accuse poi cadute durante il dibattimento, fino all’assoluzione. (g.curcio@orrierecal.it)
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