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Detenuto incendia la sua cella a Rossano. Giovedì aveva scatenato il caos nel pronto soccorso

La coltre di fumo ha reso l’aria irrespirabile. Solo il pronto intervento dei poliziotti penitenziari ha scongiurato il peggio

Pubblicato il: 30/03/2024 – 19:01
Detenuto incendia la sua cella a Rossano. Giovedì aveva scatenato il caos nel pronto soccorso

COSENZA Non si placano le criticità nel carcere di Rossano (nel Cosentino) dove stamane un detenuto magrebino protagonista di disordini e dell’aggressione avvenuta giovedì scorso, nel pronto soccorso dell’ospedale cittadino, ai danni di alcuni poliziotti penitenziari, ha incendiato la cella in cui era rinchiuso, provocando una coltre di fumo che ha reso irrespirabile l’aria, con rischi sia per il personale di polizia operante, sia per gli altri detenuti. Solo il pronto intervento dei poliziotti penitenziari ha scongiurato il peggio. A rendere noto quanto accaduto sono Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Ciccone, segretario regionale dello stesso sindacato di polizia penitenziaria. «Gli uomini della polizia penitenziaria, con scaltrezza e professionalità, – affermano in una nota – sono riusciti anche a domare le fiamme e a ripristinare l’ordine e la sicurezza. Purtroppo, nel carcere di Rossano, negli ultimi mesi, continuano ed essere destinati prevalentemente detenuti che, negli istituti di provenienza, pare si siano resi promotori di eventi simili. Infatti, anche nella giornata odierna, un detenuto con problemi psichiatrici, resosi protagonista di un’aggressione ai danni di ben due Ispettori in un istituto del centro Italia, è stato assegnato nel carcere rossanese. Si tratta – scrivono i sindacalisti – di soggetti di difficile gestione che pongono in serio pericolo l’ordine e la sicurezza del carcere. Nonostante molti di questi abbiano patologie abbastanza gravi vengono ugualmente trasferiti nel carcere Rossanese dove, ricordiamo, non è presente un’articolazione territoriale di salute mentale, per la gestione degli stessi. Tra l’altro, ci riferiscono che nello stesso istituto lo psichiatra fa due accessi a settimana, assolutamente insufficienti per seguire i detenuti che ne avrebbero bisogno».

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