COSENZA “La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti, i propri doveri”: questa frase di Antonio Gramsci descrive al meglio un pomeriggio di cultura e riflessione sui percorsi per le competenze trasversali e gli orientamenti come quello ospitato dal Liceo Fermi di Cosenza, un simposio voluto dalla dirigente Rosanna Rizzo e dalla emerita dirigente Gilda De Caro, presidente dell’associazione Civica Amica, evento che ha visto la partecipazione attiva del provveditore Loredana Giannicola, del professore Domenico Passarelli e dei docenti del liceo cosentino.
Al centro dell’incontro il saggio “Competenze e Umanesimo” del professore Salvatore Belvedere, la cui presenza ha permesso ai presenti di confrontarsi direttamente con le sue idee circa il tema oggetto del suo libro. La prima evidenza rilevata è che si stia «costruendo» una «massa» scolastica frutto della formazione digitalizzata e di una cultura dell’informazione riconducibile ai canali virtuali e fondata su apparenza di essere e non essenza di essere. Tutti d’accordo sulla necessità di un vero percorso di conoscenza vera di sé, così come i filosofi del passato ci insegnano, che permetta processi di valorizzazione individuale e veicoli un nuovo concetto di scuola e insegnamento, in cui le discipline ritrovino il loro ruolo di mezzi e non di fini. Il libro di Belvedere pone davanti al difficile compito dell’insegnamento, il quale deve servire ad una formazione ampia che guardi all’imparare a conoscere, a fare, a convivere e infine ad essere.
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