CATANZARO Come suol dirsi, il 2019 è un’altra era geologica. Da quell’anno a oggi ci sono state emergenze epocali e mondiali, quattro governi nazionali di tutti i colori politici (e uno con – quasi – tutti i colori politici dentro) e per quanto riguarda la Calabria tre governi di diverso colore politico, con prevalenza ora del centrodestra. Ciò nonostante, le Europee in programma nel prossimo mese di giugno rappresentano comunque uno “spartiacque” e un test per i partiti. Non è mai facile contestualizzare dati risalenti nel tempo, ma questi dati servono comunque a misurare le dinamiche che hanno riguardato i partiti da cinque anni a questa parte ma anche le sfide, le ambizioni e le preoccupazioni per la prossima competizione, che sarà dunque un test per tutti, uno “stress test”. La premessa è che alle Europee si vota con il proporzionale, e questo significa che ognuno fa corsa a sé e fa la conta rispetto agli altri, e quindi ragionamenti come quelli relativi al “campo largo” del centrosinistra lasciano il tempo che trovano, anche se indicazioni sulla tenuta delle coalizioni chiaramente ne arriveranno e anche se a livello di coalizioni comunque in Calabria nel 2019 ci fu una prevalenza del centrodestra, che oggi governa a Catanzaro come a Roma. Cinque anni fa per quanto riguarda il voto comunitario nella nostra regione, tuttavia, il partito che ebbe più consensi, rendendosi protagonista di un vero e proprio boom, fu il Movimento 5 Stelle, che toccò il 26,7%, un exploit poi bissato, anzi addirittura migliorato, alle Politiche del 2022, quando i pentastellati in Calabria si sono confermati il primo partito con il 29,4: è abbastanza superfluo notare che le Europee di giugno per il M5S sono un banco di prova estremamente arduo. Come lo sono per la verità anche per la Lega, che nel 2019 in Calabria fu il secondo partito più votato con il 22,6% ma che nel giro di pochi hanno ha dilapidato un enorme bacino di consenso, scendendo al 5,8% delle Politiche del 2022: per il Carroccio dunque anche la Calabria sarà a giugno un test per risalire la china, e forse proprio l’ansia, da prestazione e da sopravvivenza, dei leghisti sta motivando una strenua campagna acquisti anche in Calabria e tensioni con gli alleati, soprattutto con Forza Italia, anche in Calabria.
Perché in effetti la Calabria è oggettivamente la “cassaforte” e la “roccaforte” di Forza Italia, che alle nostre latitudini sta viaggiando più che altrove reggendo probabilmente anche il partito nazionale: alle Europee del 2019 gli azzurri arrivarono al 13,3%, percentuale migliorata alle Politiche del 2022, con il 15,6%, sull’onda del traino della vittoria alle Regionali del 2021 della coalizione guidata dal governatore Roberto Occhiuto, in generale dunque un trend positivo per Forza Italia, chiamata ora a confermarsi anche in Calabria a queste Europee che per certi versi sono anche un “tagliando” per Occhiuto, il suo partito e l’intero centrodestra. Un “tagliando” anche per Fratelli d’Italia, il partito maggiormente cresciuto anche in Calabria nel corso di questi 5 anni: nel 2019 i meloniani si attestarono al 10,3% in Calabria, alle Politiche si sono arrampicati fino al 19%, e dunque il voto di giugno avrà per loro un significato evidente perché misurerà la direzione del trend del gradimento (se in aumento o in diminuzione). Quanto al Pd, in Calabria i democrat hanno comunque uno zoccolo duro, in linea un po’ con la dinamica nazionale, anche se i numeri indicano la necessità di un rilancio a livello regionale: alle Europee del 2019 il Pd fu il terzo partito con il 18,2%, registrando però un calo alle Politiche (14,4%), e dunque per i dem la tornata elettorale di giugno è sicuramente delicata, e anche qui è un test, anzitutto per la segreteria Elly Schlein. Quanto al resto del quadro politico, le analisi sono un po’ più complicate: a esempio, Azione di Calenda alle Europee di 5 anni fa non c’era e bisogna fare riferimento al dato delle Politiche 2022 (il 4,1% in Calabria) quando però Azione era federata con Italia Viva di Renzi che oggi invece è alleata con + Europa di Emma Bonino, così come alle Europee non c’era Alleanza Verdi Sinistra che alle Politiche 2022 ha ottenuto l’1,8%. Ma anche per loro le Europee saranno una corsa e una conta. (a.cantisani@corrierecal.it)
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