CATANZARO «Un approccio multidisciplinare che richiede interventi coordinati e sinergici a più livelli, dalla prevenzione alla diagnosi precoce e al miglioramento del percorso complessivo della presa in carico del paziente». E’ questa la “filosofia” del Piano della rete oncologica della Regione Calabria adottato dalla struttura commissariale guidata dal presidente Roberto Occhiuto, piano adottato con il Dca 82. Il piano regionale (consultabile alla fine di questo articolo) è stato adottato in coerenza con le linee di indirizzo del piano nazionale e fa seguito alle linee di indirizzo stabilite a livello regionale a fine novembre (leggi qui). Si parte da una disamina delle attuali criticità. «La rete regionale – si legge nella relazione al piano – presenta oggi numerose problematiche ben evidenziate dagli scarsi dati disponibili: programmi di screening molto carenti, migrazione sanitaria dei pazienti oncologici che supera il 40%, soprattutto per gli interventi chirurgici; presa in carico del paziente oncologico discontinua nei diversi passaggi di setting assistenziale; scarso sviluppo di una rete integrata delle cure palliative; scarsa definizione delle fasi del processo. I dati relativi alle patologie oncologiche sono da reperire per lo più da fonti nazionali, poiché il registro tumori regionale, o la somma dei registri tumore in parte operativi, non ha ad oggi raccolto le informazioni sui diversi fenomeni: da questo punto di vista la programmazione vede un indubbio ostacolo ad una definizione razionale degli assetti… Il necessario sviluppo del registro tumori regionale permetterà ai professionisti calabresi di valutare direttamente e in maniera dettagliata gli andamenti a livello regionale, sia pur nella difficoltà di reperire i dati dei calabresi che vengono trattati in altre regioni, e permetterà una corretta comunicazione ai cittadini su quella che è la reale condizione della regione relativamente al complesso delle patologie tumorali».
A fine novembre come detto la struttura commissariale aveva adottato – si legge nel Dca 82 – «un programma quinquennale, in cui sono individuate le linee strategiche prioritarie, non già finanziate da altre risorse, da implementare nel proprio territorio». «A livello regionale – si ricorda – era stato adottato il nuovo assetto programmatico “Comprehensive Cancer Care Network” (Cccn) che, rispetto al vecchio modello Hub&Spoke approvato con Dca 100/2020, mette insieme le risorse disponibili ed un largo bacino d’utenza, e di conseguenza rende il sistema capace di una più razionale pianificazione sia di breve che di medio/lungo periodo. Un modello di tipo Cccn – spiega la struttura commissariale – ha infatti il valore aggiunto di garantire una assistenza di eccellenza di prossimità, in quanto si basa sulla valorizzazione e specializzazione di tutte le strutture presenti su un dato territorio, integrandole in percorsi al servizio dei cittadini/pazienti e dei loro familiari. Il Cccn rappresenta pertanto il modello più adeguato in quanto garantisce, nel rispetto delle autonomie locali, la maggiore uniformità possibile in termini di accesso, di gestione clinica, di governance e di monitoraggio dei dati, sia ai fini clinici che di ricerca. L’implementazione di questo modello potrebbe permettere di ridurre al minimo sia la mobilità passiva che quella attiva dei malati oncologici, le quali possono rappresentare una “verifica indiretta” della inadeguatezza del modello organizzativo della rete stessa tra i modelli organizzativi sopra indicati». (c. a.)
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