LOCRI Bruno Gioffrè, davanti ai giudici, si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha preso le distanze dall’accusa di associazione. L’ex latitante di San Luca, fino a pochi giorni fa inserito nella lista dei “pericolosi”, è stato catturato dai carabinieri del Gruppo di Locri e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria in un’abitazione a Benestare, nella Locride, ed è ritenuto appartenente a un’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Su di lui pende una condanna a 12 anni e 8 mesi. Il 33enne, attualmente detenuto presso il carcere di Locri, era sfuggito all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nel 2022 dal gip del tribunale di Messina nell’ambito dell’operazione denominata “Impasse”. Sono stati scarcerati, invece, i due presunti fiancheggiatori, una coppia di coniugi a lui vicini per vincoli di parentela, che sono stati arrestati in flagranza di reato accusati di aver favorito la latitanza del 33enne, offrendogli vitto e alloggio. Entrambi, così come Gioffrè, sono difesi dall’avvocato Pietro Bertone. Per la donna sono stati revocati gli arresti domiciliari, mentre l’uomo ha patteggiato una pena di un anno, un mese e 10 giorni, con sospensione. (m.r.)
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