CATANZARO «La nostra regione, purtroppo, dopo la Basilicata ed il Molise è quella che nelle zone collinari e montane perde residenti più di altre realtà. Il fenomeno dello spopolamento delle aree interne calabresi nelle quali sono situati circa l’80% dei comuni, di cui il 90% montani, con una popolazione che è oltre il 50% di quella dell’intera regione, è diventato una vera e propria emergenza». Lo sostiene, in una nota, Vincenzo Mazzei, presidente dell’Uncem, l’unione nazionale Comuni, Comunità ed Enti montani della Calabria che sollecita l’approvazione della proposta di legge “Norme in materia di Unione di comuni montani” a firma dell’assessore regionale Gianluca Gallo e del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso. «I dati relativi alla situazione delle aree interne non sono certo una novità per l’Uncem e per i sindaci – aggiunge Mazzei – ma sono poco noti ai più, in quanto non solo non sono stati abbastanza presenti nelle ultime campagne elettorali, ma addirittura non sono sufficientemente conosciuti da coloro che vengono eletti. Eppure sono lì, in mezzo a chi pensa che la soluzione allo spopolamento delle aree interne sia la “borghizzazione” dei paesi, con misure quali il “Piano borghi” che il Pnrr ha varato – buttando via un miliardo di euro. La legge sulla montagna così interessante e moderna del 1994, ultima della Prima Repubblica, è rimasta lettera morta. La questione montana è stata “risolta”, dal 2005 in poi, azzerando il fondo montagna nazionale e smontando le Comunità montane. Così sono iniziati l’allontanamento dello Stato dai territori e la distruzione del tessuto istituzionale». «Abbiamo lavorato come Uncem – è detto ancora nella nota – nel corso degli ultimi anni, per convincere il Governo regionale ad affrontare le grandi questioni delle aree interne e montane calabresi. Finalmente il 30 maggio 2023, prestando ascolto alle nostre richieste e proposte, è stato presentato quel progetto di legge che incentiva la costituzione delle Unioni di Comuni montani» e che «per circa 9 mesi è rimasto chiuso in qualche cassetto». Mazzei rileva, inoltre, che «solo dopo varie sollecitazioni e la formale richiesta da parte nostra alla presidente, il 27 febbraio scorso è stata convocata la prima Commissione con unico punto all’ordine del giorno la proposta di legge. L’illusione, però, ha avuto breve durata. Il giorno prima della riunione la convocazione della Commissione è stata annullata. Evidentemente la proposta suscita scarso interesse sia tra le file della maggioranza sia tra quelle della minoranza consiliare. Il provvedimento non istituisce nuovi Enti strumentali della Regione. Incentiva semplicemente l’associazionismo comunale e definisce gli ambiti territoriali all’interno dei quali possono essere costituite le Unioni di comuni montani».
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