COSENZA “Apprendiamo con allarme della pubblicazione del Dca 69, avvenuta in data 14 marzo, contenente il riordino della rete ospedaliera, all’interno del quale, tra tante altre scelte assai discutibili su cui ritorneremo, figura la chiusura del punto nascita da molti anni attivo presso l’ex clinica Sacro Cuore di Cosenza”. E’ quanto affermano in una nota le iscritte alla conferenza delle donne democratiche in provincia di Cosenza. “In una regione nella quale – aggiungono – la rete dei punti nascita ospedalieri presenta lacune e disservizi estremamente gravi, che non hanno mancato, negli scorsi anni, di provocare il verificarsi di eventi tragici e che comunque ogni giorno segnano le difficoltà per le donne di ricevere assistenza adeguata per sé e per i propri bambini, nonché il disagio di percorrere molti chilometri per recarsi nel più vicino punto nascita, non può che lasciare sconcertati la chiusura di una struttura che sopperiva alle carenze dell’offerta pubblica garantendo circa 1000 parti all’anno. Le medesime attiviste, pienamente solidali con il personale medico e ostetrico della struttura interessata che vive ore di ansia per il proprio futuro, rivendicano il diritto di ogni donna di decidere dove dare alla luce il proprio bambino, in piena serenità e sicurezza. Ribadendo con chiarezza il nostro sostegno alla sanità pubblica – concludono le iscritte alla conferenza delle donne democratiche in provincia di Cosenza – chiediamo al governatore Occhiuto, nella sua veste di commissario alla sanità, di indirizzare sulle strutture pubbliche ogni risorsa disponibile per renderle efficienti e ben organizzate e per garantire un servizio di prossimità per le donne in gravidanza. In attesa che la rete pubblica possa diventare ottimale, è d’altra parte innegabile l’importanza di un supporto che provenga dalle strutture private, sia pure in via integrativa”.
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