Orazio, stralunato cantastorie, armeggia tra microfoni, amplificatori, interruttori, effetti elettronici, non ha bisogno di maestranze efficienti e nascoste, di tecnici solerti e servitori accondiscendenti. Gli spettri della tragedia scespiriana escono dal suo computer, archivio di musiche, voci, ambienti e rumori. Il suo raccontare la causa di Amleto va avanti tra tagli e salti, confondendo tempi e luoghi, alludendo e dimenticando, riassumendo e cambiando. Cosa succede a Elsinore? Dove si trova Elsinore? In Danimarca o in Calabria, forse.
Vent’anni dopo l’esperienza di Hamlet Cuts, scritto a quattro mani con Marcello Walter Bruno, Ernesto Orrico, attore, regista e autore teatrale, ritorna sulla celebre opera di William Shakespeare con un testo originale di cui è autore, interprete e regista. “Hamlet in Pieces”, nuova produzione di Teatro Rossosimona, debutterà sabato 6 aprile alle 20.30 nella sala di SpazioTeatro, a Reggio Calabria, nell’ambito della stagione denominata “La casa dei racconti” diretta da Gaetano Tramontana. Lo spettacolo sarà replicato sabato 13 aprile al teatro comunale di San Fili (CS) con inizio alle 20,30.
Una pièce teatrale in cui la narrazione si completa con le musiche originali di Massimo Palermo – evocative tra elettronica minimale, glitch e distorsioni –, i disegni di Raffaele Cimino, già presenti in Hamlet Cuts, e il disegno luci di Jacopo Caruso. Essenziale la collaborazione artistica di Vincenza Costantino e Manolo Muoio; sostanziale la direzione di produzione a cura di Lindo Nudo. Rispetto al 2004, il testo è completamente diverso, ma i disegni di Cimino sono gli stessi, così come altri particolari: il protagonista indossa le stesse scarpette Adidas da pugile. È un altro viaggio, però, incentrato più sulla narrazione dei fatti affidata alla voce di Orazio, alternata da incursioni di Amleto e Ofelia con le voci filtrate dagli effetti che Orrico manipola in scena (così come nel 2004).
«Amleto – si legge nelle note di regia è una tragedia di vendetta e sangue, di dubbio e azione, un gioco di incastri e svelamenti che nella contemporaneità si presta alla frammentazione, al ritornello, alla dimenticanza, alla sparizione; è un pièce che va inevitabilmente a pezzi. Interfaccia visiva sono le grandi e materiche pagine sulle quali campeggiano figure che alludono ai personaggi della tragedia, segni essenziali, ganci alla memoria o all’immaginazione, presenze fantasmatiche che si animano con un notturno ritmo di una drum machine, un metallico messaggio vocale, uno stralcio di notizia passata alla radio».
«Orazio, inesausto cantastorie, continua ad interrogarsi sul “che fare?”, continua ad agitarsi nell’eterno dubbio umano “To be or not to be: vivere o morire, uccidere o… cos’è il contrario di uccidere?”». Un dissidio interiore che in due decenni non si è sanato, al contrario sembra essersi acuito. (euf)
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