BRUXELLES Ambiente e droga. La criminalità organizzata in Italia si muove soprattutto – ma non solo – su questi binari. E’ quanto emerge dall’ultimo report di Europol, che sottolinea come la sicurezza interna dell’Europa sia minacciata da 821 reti criminali tra le più pericolose, alle quali sono legati 25mila membri, che commettono crimini per profitto e sono capaci di operare in più Paesi contemporaneamente. Tra loro c’è anche la ‘Ndrangheta. Nell’intera Ue, le reti sono attive in operazioni «dal traffico di droga alle frodi, dai crimini contro il patrimonio al traffico di migranti o tratta di esseri umani, la metà di loro è coinvolta nel traffico di droga», viene sottolineato. Puntando la lente sull’Italia, l’Agenzia europea per la cooperazione dell’attività di contrasto indica che «la maggior parte delle reti criminali coinvolte in reati legati ai rifiuti e all’inquinamento è dall’Italia». L’attività mafiosa invece è sempre più estesa fuori da confini nazionali. «Le reti criminali di tipo mafioso italiano sono spesso incentrate esclusivamente su membri chiave italiani. Tuttavia, con attività in oltre 45 Paesi, hanno una portata molto ampia nell’Ue (oltre all’Italia principalmente in Belgio, Germania, Paesi Bassi, Malta, Romania e Spagna) e oltre (in Colombia, Svizzera e Stati Uniti d’America). Le loro attività principali sono il traffico di droga (comprese cocaina, cannabis ed eroina), l’estorsione e il racket, il traffico di rifiuti, le frodi sulle accise sul tabacco e il riciclaggio di denaro».
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