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La scienza al centro dello Stato

Presente alla manifestazione il prof. Vincenzo Carbone, professore di Fisica dell’Unical

Pubblicato il: 06/04/2024 – 11:15
La scienza al centro dello Stato

ROMA Nella giornata di ieri, Venerdì 5 aprile 2024, nella Sala Angiolillo di Palazzo Wedekind, si è svolto l’evento «La Scienza al centro dello Stato» promosso dalla Italian Scientists Association (ISA), sigla che riunisce oltre 500 tra Top Scientists 2% e professori universitari. Nel corso dell’iniziativa, patrocinata dalla Presidenza del Consiglio, l’Associazione ha presentato alle Istituzioni e ai decisori politici il «Manifesto della Scienza», documento elaborato da un gruppo di soci ISA, a seguito di una raccolta aperta di idee, che affronta alcuni tra i principali temi di interesse del nostro tempo.
L’evento, moderato dalla giornalista Monica Maggioni, è stato suddiviso in due sessioni. La prima sessione ha visto gli interventi del Presidente ISA, nonché Presidente dell’ANVUR, prof. Antonio Felice Uricchio, e del divulgatore scientifico e giornalista Alberto Angela. Ha chiuso il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a cui ISA ha consegnato il «Manifesto della Scienza». La seconda sessione, ha visto protagonisti il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, il Ministro della Salute Orazio Schillaci, il Presidente Uricchio e la Top Scientist Maria Irene Bellini, insignita nel 2022 del premio riservato alle 40 migliori chirurghe under 40 a livello mondiale dall’Association of Women Surgeons (AWS).

Il Manifesto parte dalla considerazione che negli ultimi anni si è assistito allo sviluppo di un diffuso senso di sfiducia nei confronti della scienza ed è stato posto da più parti il problema della verità scientifica e della capacità di verifica dei risultati, propria degli strumenti scientifici. E’ quindi essenziale ribadire il contributo fondamentale che gli scienziati offrono alla risoluzione dei grandi problemi che caratterizzano la società post-moderna, ed è fondamentale riportare l’attenzione sull’oggettività del metodo scientifico. La scienza è chiamata ad elaborare riflessioni adeguate alle dinamiche del cambiamento, con gli strumenti che gli sono propri, esaminando, con una visione di insieme, problemi complessi e a proporre una soluzione verificabile. I sistemi politici decisionali dovrebbero quindi potenziare, oltre alla struttura amministrativa e operativa, anche la struttura tecnico-scientifica d’indirizzo.

Il Manifesto della Scienza individua quindi le azioni volte a migliorare il benessere collettivo su sei ambiti strategici e temi di grande rilevanza e attualità.

  • CULTURA DELLA SALUTE. La proposta è di rafforzare l’integrazione tra servizi assistenziali e socio-sanitari, revisionando e ricomponendo la filiera della salute quale elemento di crescita socio-economica, promuovendo e investendo su un modello focalizzato non solo sulla cura, ma anche sulla prevenzione, che costituisce un elemento cruciale per correggere i fattori di rischio. E’ auspicabile un approccio che investa nella condivisione dei saperi.
  • TERRITORIO SICURO E SOSTENIBILE. ISA propone un approccio innovativo alle esigenze abitative contemporanee con l’obiettivo di introdurre modelli che ottimizzino gli spazi privati, collettivi e pubblici, favorendo allo stesso tempo la coesione sociale. La scienza dispone di strumenti opportuni per individuare i fattori di rischio, quali per esempio quelli derivanti dal cambiamento climatico, per la tutela ambientale intesa come ricerca di strategie per mitigare e adattarsi ai rischi naturali e antropici.
  • ECONOMIA CIRCOLARE. A partire dalle grandi città, aree con il maggiore consumo energetico, la crisi del modello di sviluppo basato sull’uso di fonti non rinnovabili, richiede un approccio più consapevole e olistico alle sfide da sostenibilità per quanto riguarda l’efficientamento energetico e l’utilizzo ottimale delle risorse naturali. Il modello dell’economia circolare proposto, si integra con la transizione dal carbon-fossile a fonti di carbonio rinnovabili ed altre fonti energetiche sostenibili. ISA assume il modello del mix energetico e della neutralità tecnologica, e ritiene che la competizione tra le diverse tecnologie disponibili, a fronte di un obiettivo comune, sia fondamentale per consentire lo sviluppo.
  • SVILUPPO CONDIVISO. L’esperienza di Enrico Mattei, che, nel tentativo di dare alla Nazione un ruolo nelle dinamiche geopolitiche mediterranee, insegna che sono necessarie visioni di lunga prospettiva, che richiedono azioni e investimenti costanti e durevoli, nonché partenariati strategici. La stessa formula ideata da Mattei potrebbe essere sperimentata nella gestione del tema dei flussi migratori, governabili mediante un maggiore investimento sull’istruzione e sulla formazione delle comunità locali.
  • SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA E DELL’INNOVAZIONE. ISA ritiene prioritario investire sull’alfabetizzazione digitale per ridurre il divario esistente, approfondendo in particolare la comprensione delle opportunità e dei limiti delle tecnologie digitali che utilizzano l’intelligenza artificiale, puntando verso una società “knowledge-driven” anche attraverso il rafforzamento delle discipline STEM. Sostenere la ricerca in campi di avanguardia come i nuovi materiali e in ambito spaziale, creando reti condivise e strutturate che coinvolga atenei, enti di ricerca ed aziende del settore.
  • RICERCA SCIENTIFICA DI VALORE. ISA sottolinea l’importanza di rafforzare l’etica scientifica e didattica attraverso chiari sistemi di valori, volti ad assicurare agli studenti in formazione strumenti idonei ad affrontare nuovi lavori basati sulla conoscenza, promuovendo i principi di integrità della ricerca. ISA invita ad introdurre azioni finalizzate alla valorizzazione della ricerca di qualità, introducendo azioni per un adeguato controllo scientifico sull’utilizzo delle risorse finanziarie utilizzate.

In conclusione ISA auspica che i sei punti elencati costituiscano i cardini di un programma culturale e multidisciplinare e che questo avvii la creazione di tavoli di lavoro comuni, con un dialogo diretto tra scienziati e decisori politici. Propone inoltre un obiettivo più ambizioso che sarebbe l’istituzione di un Ufficio Scientifico e Tecnologico che fornisca supporto alla Presidenza del Consiglio in alcuni ambiti strategici. Il prof. Carbone ha contribuito alla stesura dei temi sulla ricerca spaziale e sulle problematiche legate al cambiamento climatico. In particolare per quanto riguarda le ricerche innovative sulle conseguenze economiche e sociali del cambiamento climatico, e sulla costituzione di reti di ricerca nazionali in ambito spaziale. Il prof. Carbone è stato fautore per l’Università della Calabria, della costituzione del partenariato esteso Space-It-Up, che vede coinvolta L’UniCal insieme ad altri 33 partners tra cui 13 Università e Politecnici, 10 Enti di Ricerca e 10 aziende del settore. L’organizzazione si occuperà di ricerca spaziale nei prossimi anni su nove linee di ricerca, con una responsabilità diretta UniCal per la tematica della Meteorologia Spaziale. Nell’ambito delle ricerche sul cambiamento climatico, il prof. Carbone è intervenuto sulle questioni relative alla predicibilità di eventi estremi che possono causare danni economici anche ingenti, sulle politiche ambientali delle regioni mediterranee e sul legame tra cambiamento climatico e salute, tematiche che vedono la nostra regione sempre più esposta ed interessata.

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