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‘Ndrangheta a Torino e le ingerenze dei Pasqua nei lavori sull’A32. «Per 9 ore non vengo a Milano»

Dall’inchiesta della Dda emerge il ruolo della famiglia, legata a San Luca e Volpiano, e l’insofferenza per un appalto legato ai trasporti. «Per 9 ore cosa vengo a fare? A pettinare le bambole?»

Pubblicato il: 06/04/2024 – 16:55
di Giorgio Curcio
‘Ndrangheta a Torino e le ingerenze dei Pasqua nei lavori sull’A32. «Per 9 ore non vengo a Milano»

TORINO Che i tentacoli della ‘ndrangheta calabrese siano arrivati in Piemonte non è affatto una novità. Inchieste, processi e sentenza definitive ne hanno già definito confini e capacità. Quella, ad esempio, di penetrare all’interno del tessuto economico, garantendosi commesse e sub-appalti, sottomettendo – con la forza intimidatrice tipica delle ‘ndrine – imprenditori e lavoratori. L’ultima inchiesta della Distrettuale antimafia di Torino denominata “Echidna” ha portato all’arresto di 9 persone. Ma soprattutto ha acceso i riflettori su un gruppo criminale di matrice ‘ndranghetista attivo a Brandizzo, con autonomia decisionale e legato al locale di San Luca e in rapporti con quello di Volpiano e altre ‘ndrine presenti sul territorio piemontese, di cui «fanno stabilmente parte Giuseppe, Domenico Claudio e Michael Pasqua», tutti e tre finiti in carcere nel blitz condotto dai Carabinieri del ROS.

Le ingerenze sull’A32 Torino-Bardonecchia

Le attività investigative coordinate dalla Dda, dunque, avrebbero consentito di acquisire le presunte ingerenza della famiglia Pasqua «nelle scelte aziendali delle società Cogefa e Sitalfa» riporta il gip nell’ordinanza, e i vantaggi patrimoniali derivanti dal rapporto intrattenuto con Roberto Fantini (classe 1969 finito agli arresti domiciliari) e Vincenzo Colosimo (indagato nell’inchiesta) nonché sull’aiuto «fornito da Fantini all’associazione criminosa anche in seguito alla notifica del provvedimento interdittivo antimafia emesso dalla Prefettura di Torino nei confronti della Autotrasporti Claudio S.n.c. e della M.M.T. S.r.l.», scrive ancora il gip. Al centro ci sarebbe la “Sitalfa S.p.a.”, società che si occupa dell’attività di manutenzione dell’infrastruttura autostradale per conto della controllante “Sitaf S.p.a.”, società quest’ultima a capitale parzialmente pubblico e, soprattutto, concessionaria dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, principale arteria della Valle di Susa e del Traforo autostradale del Frejus. Tra i soci di minoranza di “Sitaf S.p.a.” c’è Roberto Fantini e “Cogefa S.p.a.”, riconducibile alla famiglia Fantini. Le indagini dalle Distrettuale antimafia, svolte attraverso intercettazioni ma anche documenti acquisiti dalla casella di posta elettronica in uso alla “Autotrasporti Claudio”, «è stato possibile documentare le modalità attraverso le quali i Pasqua, sfruttando il rapporto instaurato con Roberto Fantini (all’epoca delle indagini, almeno inizialmente, ad di Sitalfa S.p.a.) e l’allora direttore tecnico di Sitalfa S.p.a., avrebbero sovrafatturato le prestazioni di lavoro fornite a Sitalfa S.p.a., con reciproco vantaggio per tutte le parti interessate», riporta ancora il gip.

Le insofferenze dei Pasqua

«(…) oh allora lavoriamo come i cristiani, e voglio anche essere pagato ed è giusto di pagarvi, perché lavorate, ma ci devono pagare anche a noi, perché se questo qua, Daniel, comincia a fare lo stronzo, allora io so chi, lo prende a Daniel e ci tira le orecchie! hai capito?» «voi fate le ore che dovete fare ma anche se non fate dodici ore…ci dovete dare sempre dieci, undici ore». Questo il tenore di un dialogo intercettato dagli inquirenti all’interno dell’ufficio della Autotrasporti Claudio S.a.s., tra Giuseppe Pasqua e due autisti alle sue dipendenze. Le pressioni esercitate da Pasqua Domenico Claudio e Pasqua Giuseppe nei confronti di funzionari ed impiegati delle società riferibili alla famiglia Fantini determinavano palesi forzature procedurali. Una vicenda registrata a partire dal 25 giugno 2020 ha infatti permesso di documentare che per lavori eseguiti sul tronco autostradale Novara est – Milano, nell’ambito delle opere di ammodernamento dell’autostrada A4, anche con l’asserito interessamento personale di Massimo Fantini, «la Autotrasporti Claudio S.a.s. beneficiava di un’evidente, quanto ingiustificata, maggiorazione dei ricavi nonché un celere pagamento delle spettanze» annota il gip nell’ordinanza.

«Per 9 ore non vengo a Milano!»

«…ascolta, qua se non troviamo una quadra io li tolgo i bilici eh… per 9 ore io non vengo fino a Milano…». «…o mi dai qualche ora in più o se no me ne vado. Ma non scherzare, se tra autostrada… questi partono al mattino, arrivo alle 7, 7 e mezza a casa… per 9 ore di merda! Ma non ci sto proprio dentro…». A parlare è Domenico Claudio Pasqua. Gli inquirenti lo hanno intercettato mentre discute con un dipendente della “Cogefa Spa” al quale paventa «il ritiro dei propri messi, due autoarticolati e un furgone» scrive il gip nell’ordinanza «dal cantiere allestito lungo il tronco autostradale Novara est – Milano nell’ambito dei lavori di ammodernamento dell’autostrada A4» se non gli fosse stato riconosciuto un conteggio orario maggiorato rispetto alle ore lavorative effettivamente prestate. «Ma 9 ore cosa vengo a fare? Vengo a pettinare le bambole, veramente. Diglielo a Silvestro. Poi l’altro giorno si è rotto il camion, gli ha dato 2 ore all’autista. Per carità va bene. 2 ore ce ne mette solo di viaggio, a venire a Milano e a tornare e non dico niente…».

«Devi stare attento dove parli, capito?»

Più tardi, come ricostruito dagli inquirenti, Pasqua contatta Silvestro e «gli contesta la poca disponibilità a venire incontro alle proprie richieste», annota il gip nell’ordinanza. E lo accusa anche di aver parlato male di lui con terze persone che credeva amiche ma che invece gli hanno riferito tutto. «(…) devi stare attento dove parli, hai capito? Quando siamo di persona te lo dico, perché…almeno la chiariamo una volta per sempre…». La controparte si dimostra disponibile ad accogliere le richieste di Pasqua in una serie di conversazioni successive. «…visto che siamo qua… facciamo due conti e li aggiungiamo qualcosa il fine settimana…» «e rimborsiamogli il costo del furgone… e adesso vedo per le ore cosa cazzo fare…». Un atteggiamento accomodante quello degli interlocutori di Pasqua, nonostante la differente forza contrattuale degli interlocutori. Da una parte «Cogefa S.p.a.” – scrive il gip – e dall’altra una piccola impresa di trasporti» il cui apporto era tutt’altro che «infungibile e indispensabile per la prosecuzione dei lavori». Eppure, erano evidenti i tentativi di blandirlo, «facendo il possibile per rabbonirlo, comunque assicurandogli che le sue richieste sarebbero state sostanzialmente accolte». (g.curcio@corrierecal.it)

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