Ne “Il Padrino parte seconda” Hyman Roth, “l’ebreo” nemico di Michael Corleone, ricorda al boss siciliano che Moe Greene (ucciso da Corleone jr nel primo capitolo) pur avendo fondato LAS Vegas non aveva una targa che lo ricordasse in città. La storia di Bugsy Siegel, vero fondatore della città dell’azzardo, ucciso dalla mafia il 1947. Aurelio Cava non aveva alcuna affinità con Siegel Grene ed era lontano anni luce da ogni rapporto con la criminalità. Non fondò Cosenza ma la gran parte delle opere pubbliche e soprattutto private della città e di Rende portano il suo nome. Città 2000 solo per fare l’esempio più clamoroso, i “gemelli” di Rende, per non parlare del gioiello di Cavinia, meravigliosa località balneare del Tirreno cosentino. Stava per realizzare un altro, grande intervento edilizio nei pressi dell’acquedotto prima di essere stritolato da un sistema creditizio e da tante altre cose su cui è opportuno tacere. Aurelio Cava è stato il Principe dei costruttori cosentini: amante della bellezza, disposto a rinunciare ai lavori pubblici per non cedere ai compromessi, visionario. Non c’è, però, una targa o una via che lo ricordi nella sua città, laddove la toponomastica è, eufemisticamente, assai discutibile. Una città senza memoria che non riesce ad apprezzare i suoi figli migliori. La memoria di Aurelio è portata avanti dalle figlie Debora e Giulia. Patrizia, architetto di grande spessore, è andata via troppo presto. Non basterebbe una strada per risarcire i Cava dalle ingiustizie patite ma sarebbe comunque un modo per far conoscere alle nuove generazioni chi si impegnò per Cosenza, valorizzando il bello. Qualcuno ci pensi.
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