ACRI Prosegue la battaglia contro la «sciagurata Riforma Calderoli» del sindaco Franz Caruso, che sta girando in lungo ed in largo la Calabria ed il Meridione a difesa dell’unità del Paese. Ieri sera è stata la volta di Acri dove, insieme all’eurodeputato Pd Pina Picierno, e al sindaco Pino Capalbo, ha ribadito le ragioni del No all’autonomia differenziata voluta dalla Lega e sostenuta dalla maggioranza di centrodestra del Governo Meloni, nell’ambito di un accordo squisitamente politico che vede la giustizia, con separazione delle carriere, a Forza Italia e il premierato alla Meloni, a discapito, ovviamente, degli italiani.
«E’ un impegno il mio – afferma Franz Caruso – messo in campo sin dalla prima ora per far sentire la voce del territorio contro una riforma, purtroppo ancora poco conosciuta ed attenzionata dall’opinione pubblica, ma che, se dovesse diventare legge, arrecherà enormi danni all’Italia. C’è bisogno, pertanto, di una mobilitazione generale e complessiva della politica, delle istituzioni tutte, ma soprattutto delle popolazioni che devono chiedere conto alla loro rappresentanza a Palazzo Madama, dove abbiamo dei veri traditori della nostra terra. Altrimenti non avrebbero preferito l’accordo di potere in atto nel centrodestra di maggioranza ai bisogni delle loro comunità. Ed, infatti, tutti hanno votato a favore dell’autonomia differenziata ad eccezione del senatore Nicola Irto. Ma gli altri a che gioco stanno giocando? Loro sanno cosa significa avere bisogno di cure e rivolgersi all’ospedale di Acri, depauperato nei servizi, o cosa significa andare al pronto soccorso di Cosenza? Lo sanno in quale stato comatoso versa la sanità calabrese? E cosa succederà quando le Regioni più ricche potranno operare autonomamente su questo come su altri settori come i trasporti, l’ambiente, la scuola etc avendo in dote le risorse del proprio gettito fiscale, che significa lasciare le briciole al fondo di solidarietà a sostegno dei bisogni dei territori più poveri e disagiati? A voler tacere, ovviamente, della problematica relativa alla determinazione dei Livelli essenziali di prestazione, per i quali sembra impossibile prevederne un adeguato finanziamento che si dovrebbe aggirare, per quanto si vocifera, intorno a 100 miliardi euro. Praticamente è una finanziaria se non di più e non credo che lo Stato italiano avrà la capacità e la possibilità di sostenerlo».
Caruso conclude ribadendo che «come sindaci stiamo facendo quanto è nelle nostre possibilità per bloccare il provvedimento legislativo voluto dalla Lega. Ma le leggi si approvano in Parlamento e dai parlamentari che, su questo tema, per come detto non hanno alcuna sensibilità. Questo – conclude il primo cittadino del capoluogo bruzio – perché non devono dar conto ai propri elettori ma ai propri leader politici che li candidano e li mandano a sedere sugli scranni di Montecitorio e di palazzo Madama evidentemente ad eseguire gli ordini di scuderia. Mi auguro, però, per il bene del Paese, di essere smentito in questa mia convinzione».
x
x