VIBO VALENTIA Dopo un’assenza durata 17 anni, Rodolfo Ruperti torna a Vibo in qualità di nuovo Questore della provincia vibonese. Un ritorno «inaspettato», come lui stesso lo definisce nell’incontro di oggi con i giornalisti, ma che allo stesso tempo suscita «emozioni grandi ed indescrivibili». «Sono felice di essere qui» afferma nel suo nuovo studio di via S. Aloe. Ruperti ripercorre i suoi inizi vibonesi come «giovanissimo vicecommissario. Questa è la città dove mi sono formato nelle mie esperienze di polizia, soprattutto giudiziaria». Dopodiché un lungo viaggio tra Catanzaro, Casera, Palermo e per ultimo Pisa. Da allora la città è cambiata: «A quei tempi c’erano due pizzerie, oggi c’è anche la movida» scherza con i presenti. Più movimento, però, determina anche «più richiesta di sicurezza. A Vibo non c’è solo la criminalità organizzata da affrontare, ma anche quella disorganizzata che può essere più pericolosa e percepita dai cittadini». Come dimostra una serie di episodi di microcriminalità, furti e risse. «Noi, innanzitutto, dobbiamo individuare le problematiche della città. La Questura sarà aperta a tutti i cittadini».
Microcriminalità, ma senza tralasciare la ‘ndrangheta. «Aggredire la criminalità organizzata è sempre stato uno degli obiettivi che accomuna i miei percorsi in Polizia» afferma Ruperti. «Chiaramente interverremo anche sulle altre problematiche che piccole forme di criminalità e devianza giovanile possono portare». Per il nuovo Questore il “vantaggio” di conoscere il territorio, dopo la sua esperienza alla guida della mobile. «Io sono a capo di una squadra di colleghi giovani e volenterosi che sicuramente hanno un quadro della situazione e noi su questo quadro lavoreremo, cercando di rodare alcuni strumenti per intercettare ed eliminare le problematiche». Il nuovo Questore commenta anche le attività degli ultimi anni condotte dal suo predecessore Cristiano Tatarelli, da poco trasferitosi a Campobasso. «È stato fatto un grande lavoro, tantissime attività e operazioni. Noi continueremo a fare tutto ciò che si stava facendo e se ci sarà qualcosa in più da fare, noi proveremo a farlo».
Non solo operazioni, ma anche progetti in virtù di una sinergia tra istituzioni ma anche cittadini. Ruperti indica come intervenire e quali sono le priorità per la nuova Questura vibonese: «Sicuramente essere serventi rispetto ai cittadini di questa provincia. Ciò significa analizzare, studiare, capire i fenomeni che in questo momento interessano la città e senza pretese di avere la palla magica». Un’attività che richiede «tanto lavoro, ma anche un lavoro di squadra che io reputo fondamentale. Non soltanto per la Questura che rappresento, ma va condiviso con l’autorità prefettizia e giudiziaria. È un lavoro di squadra che coinvolge anche le altre forze dell’ordine e tutte le istituzioni che rappresentano questa provincia». (Ma.Ru.)
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