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il processo

Cosenza, i video catturano gli istanti prima del delitto Gioffrè

In Corte d’Assise, i frame precedenti l’aggressione mortale compiuta da Tiziana Mirabelli. Tutti i dubbi sollevati dalla difesa

Pubblicato il: 10/04/2024 – 18:25
di Fabio Benincasa
Cosenza, i video catturano gli istanti prima del delitto Gioffrè

COSENZA L’appuntato scelto dei carabinieri di Cosenza, Luca Li Preti siede al banco dei testimoni nel processo in corso dinanzi la Corte d’Assise di Cosenza chiamata a giudicare Tiziana Mirabelli, unica imputata nel procedimento ed accusata di aver ucciso a coltellate Rocco Gioffrè, 75enne cosentino. La donna si è costituita il 19 febbraio 2023, accompagnata dal proprio legale di fiducia (Cristian Cristiano), nella sede della Compagnia dei carabinieri della città dei bruzi. Il delitto si è consumato in un appartamento in uno stabile popolare in via Monte Grappa a Cosenza.
Accanto alla ricostruzione del rapporto via chat intercorso tra l’imputata e la vittima, emergono importanti circostanze relative ai minuti immediatamente precedenti all’omicidio e a quelli successivi. Il teste, sollecitato dalle domande della pm D’Andrea, ritorna con la mente a quel 19 febbraio 2023, quando Tiziana Mirabelli confessa ad un suo amico di essere dinanzi «ad una situazione grave». Il suo interlocutore avvisa i carabinieri, sollecita l’intervento di suo cognato, Luca Li Preti, al quale racconta l’accaduto. Seguiranno le indagini degli uomini dell’Arma e il rinvenimento del cadavere di Gioffrè.

I minuti “ripresi” e precedenti all’omicidio

Come anticipato, in relazione al delitto ed alla ricostruzione avvenuta in aula grazie alla testimonianza degli uomini dell’Arma dei carabinieri di Cosenza si apprendono dettagli ritenuti significativi dagli investigatori. Dalla presenza di alcune microspie nella abitazione di Tiziana Mirabelli e ritenute «irrilevanti nel quadro accusatorio perché prive di contenuto audio della donna», fino ai 36.907 video (suddivisi in frame di pochi secondi) del sistema di gestione di telecamere installate in casa Gioffrè. La telecamera registra anche il giorno del delitto e fino al 19 febbraio 2023, quando la morte di Rocco Gioffrè viene accertata e il figlio della vittima decide di disattivare il sistema consegnando il materiale ai carabinieri. L’occhio nascosto della mini telecamera, «posizionata nella parte frontale rispetto alla porta di ingresso», inquadra il divano dove «Gioffrè dormiva» e «si vedeva la porta di ingresso» sostiene – in aula – Renato Covello, carabiniere della stazione di Cosenza Centro. «Per tre giorni abbiamo una ripresa integrale, si tratta dei giorni 13,14,15 febbraio 2023 mentre il totale della ripresa è fino al 19 febbraio». Tuttavia «l’audio dei video è assente».

Mirabelli entra in casa Gioffrè

La lucina rossa della telecamera installata in casa della vittima lampeggia e cattura «due ingressi di Tiziana Mirabelli» Il primo accesso avviene alle 6.02 del 14 febbraio 2023. «Rocco Gioffrè apre la porta ed è in casa, la donna entra consuma un caffè e fuma una sigaretta. Lui le parla e indica un punto interno della abitazione». Mirabelli poi viene vista uscire intorno alle 6.15. «Alle 6.24 rientra e Gioffrè si spaventa». Come avrà modo di precisare il teste, la donna – con ogni probabilità – avrebbe dimenticato la porta aperta e sarebbe tornata per chiuderla, cogliendo di sorpresa l’anziano. Un altro frame cattura un momento chiave. «Rocco Gioffrè viene visto uscire alle 6.26 di quella mattina, ma prima inserisce nel borsello le chiavi, lo smartphone e il portafoglio». Passa qualche minuto, ed alle 6.46 è Tiziana Mirabelli ad entrare in casa «da sola, con le chiavi in mano». Quando lascia l’abitazione «si intravede la mano sinistra priva di fasciature». Cosa ci faceva la donna in casa di Rocco Gioffrè? Il teste risponde: «E’ uscita portando un contenitore di colore nero con all’interno un oggetto non meglio identificato». Il raggio visivo limitato della telecamere non consente, a chi indaga, di capire dove l’imputata abbia recuperato il contenitore.
La donna si avvicina dinanzi ad uno specchio ed a favore di telecamere «controlla l’interno del contenitore ed esce alle 6.48». Mirabelli entra altre volte in casa Gioffrè? Chiede la pm e il teste risponde di si.

Gli accertamenti patrimoniali

Nel lungo esame e controesame sostenuto, il teste richiama anche l’approfondimento investigativo effettuato sui conti intestati a Rocco Gioffrè ed a Tiziana Mirabelli. Per quanto concerne il primo, l’analisi viene effettuata dal 26 gennaio 2022 fino all’8 febbraio 2023. La vittima era in possesso di un «deposito a risparmio dove veniva accreditata la pensione». Il teste nota come Gioffrè decida di prelevare sempre l’intero importo della pensione, solitamente in media pari a circa 1.800 euro. L’ultimo prelievo di circa «1.900 euro è datato 8 febbraio 2023». Preferiva «gestire i soldi in contanti» suggerisce il teste. Che poi introduce il lavoro svolto sul conto di Mirabelli «cointestato con la madre»: un libretto postale sul quale viene segnalato un versamento pari a 1.800 euro in contanti avvenuto il 14 febbraio alle 8.32. «Il versamento dei contanti è stato effettuato allo sportello».

Il controesame

In fase di controesame del teste Renato Covello, l’avvocato Cristian Cristiano – difensore di fiducia dell’unica imputata – pone una serie di domande a chiarimento delle dichiarazioni rese dall’ufficiale dei carabinieri. In primis, nel video della telecamera installata in casa Gioffrè (sarà visionato nella prossima udienza) si sofferma sulla «porta aperta da Mirabelli». Il riferimento del legale è al passaggio in cui il teste richiama la sorpresa di Gioffrè nel vedere entrare la donna, ma – ammetterà Covello – «senza audio è impossibile stabilire se effettivamente quella porta fosse stata chiusa o meno». Altro argomento riguarda i prelievi sul proprio contro di Gioffrè e quel versamento di importo simile registrato sul conto di Mirabelli. Cristiano chiede: Avete riscontri in merito? «No» risponde il teste. Ed ancora, ci sono chat o messaggi tra i due dove si menzionano versamento e prelievo dei contanti? «No», risponde ancora il teste. A proposito di scambi consumati sulle app di messaggistica istantanea: whatasapp e messenger (ne abbiamo parlato qui), il legale dell’imputata sollecita il teste a leggere alcuni passaggi di determinate conversazioni, dove emergerebbe «la frequente richiesta da parte di Gioffrè di vedere la donna» e dove chiaramente, in una occasione, Mirabelli risponde «asserendo di essersi addormentata sul divano e di non aver risposto per questo motivo ai messaggi della vittima». Inoltre, alcune chat contengono messaggi «espliciti» rivolti da Gioffrè a Mirabelli con contenuti relativi ad avance sessuali. L’ultimo punto sul quale si sofferma l’avvocato Cristian Cristiano riguarda il «contenitore» che la donna porta via da casa della vittima dopo esservi entrata. Si vede nitidamente il contenuto? «No», e poi la chiosa sulle chiavi. Ha notato un particolare bianco sulle chiavi che aveva in mano Mirabelli? «La dentatura della chiave è di colore bianco», risponde il teste e il legale ribatte: Ha notato la presenza di un portachiavi bianco? «No».
(f.benincasa@corrierecal.it)

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