COSENZA Nuova udienza in Corte d’Assise a Cosenza, del processo che vede unica imputata Tiziana Mirabelli: accusata di aver ucciso a coltellate Rocco Gioffrè, 75enne cosentino. L’omicida si è costituita il 19 febbraio 2023, accompagnata dal proprio legale di fiducia (Cristian Cristiano), nella sede della Compagnia dei carabinieri della città dei bruzi raccontando di avere colpito a morte l’anziano, suo vicino di casa. Entrambi vivevano, in due appartamenti, in uno stabile popolare in via Monte Grappa a Cosenza. Tramite il proprio legale, la donna ha sempre asserito di aver agito per legittima difesa. Le parti offese Francesca, Pasquale e Giovanna Gioffrè sono rappresentate dall’avvocato Francesco Gelsomino.
Viene chiamato a testimoniare Renato Covello, carabiniere della stazione Cosenza centro. Nell’inchiesta si è occupato delle analisi delle copie forensi effettuate sul telefono di Tiziana Mirabelli e su quello di Rocco Gioffrè e della analisi della sim della telecamera di videosorveglianza installata nella abitazione di Rocco Gioffrè. «Abbiamo estrapolato 4 chat WhatsApp contenenti i messaggi intercorsi tra Rocco Gioffrè e Tiziana Mirabelli».
Tiziana Mirabelli prende il telefono e scrive alla vittima: «Perché non facciamo pace, mi manchi». Sono le 10.20 dell’11 febbraio 2023. La donna si mostra disponibile ad un incontro. Passano 24 ore e il 12 febbraio seguono altri messaggi sul telefono di Gioffrè. Alle 15.13, la donna dice «potevamo stare un po’ insieme ma tu voglia di me non ne hai? Io si, peccato». Alle 15.16 è ancora lei a scrivere «perché non mi rispondi più?» e Gioffrè risponde: «Perché non sei di parola». A quest’ultimo messaggio ne seguirà un altro di Mirabelli: «Ti giuro che dalla stanchezza mi sono addormentata da quanto ti voglio bene fai finta che esci e stiamo insieme». I rapporti via smartphone proseguono tra i due, il 13 febbraio la donna non riceve risposta ai suoi whatsapp. Alle 6.35 scrive «buongiorno ti ho aperto la porta», e la vittima «grazie puoi chiuderla». «Delle volte mi viene da piangere perché non ti capisco, almeno se sapessi perché ci stare meno male, io non ti capisco perché adesso mi eviti», è sempre l’imputata a parlare. Alle 14.41, Gioffrè si palesa: «Tranquilla io mi faccio film» e Mirabelli chiede: «Vieni ti aspetto» e la risposta dell’anziano arriva puntuale: «Tu hai l’imbarazzo della scelta perché proprio io?».
Dalle 15.10, l’interlocuzione si riempie di emoticon. Gioffrè sostiene «non c’è niente da spiegare, prima dai la parola e poi ti tiri indietro» e Mirabelli «non mi sono tirata indietro mi hai rifiutato tu. Adesso potevano stare insieme visto che Fra (Francesca) si fa il bagno». «Dieci minuti non ci sono abituato» – dice Gioffrè, «io non ti ho chiesto nulla solo dieci minuti» dice Mirabelli, ma «io ti pago profumatamente» risponde l’anziano. Nei giorni successivi, lo scambio di messaggi prosegue. «Ti volevo fare venire ma se hai paura di me… è successo un episodio ma non farei male ad una mosca», scrive Mirabelli.
Il teste riferisce di altre analisi riferite a chat intercorse tra la vittima (su Messenger iscritta con il nome Bruno Gioffrè, ndr) e la reo confessa dell’omicidio. Il periodo di riferimento è antecedente all’8 marzo 2022 e fino all’8 settembre 2022. C’è una conversazione che colpisce. «Tu potevi fare la signora e nessuno sapeva niente, in settimana ti prendevi il resto e nessuno sapeva nulla anche se io avanzo» dice Gioffrè. «Tu hai voluto rompere l’accordo», dice Mirabelli e Gioffrè risponde «tu non sei stata di parola, tu la f**a bella dalla a chi vuoi ma almeno rispetta i patti». «Hai rovinato tutto come sempre» sottolinea Mirabelli. Il suo interlocutore risponde: «Se mi vuoi chiamare sono a disposizione» e la risposta della donna è rilevante: «e non dire che ti ho preso per la gola». L’anziano ricorda alla donna: «Sai bene che la telecamera riceve tutto, anche suoni e voci». Il riferimento è ad una telecamera installata nell’abitazione della vittima.
Secondo il teste, Mirabelli e Gioffrè litigano e «non si parlano». L’8 maggio 2022 lei lo ricontatta e lo farà anche il 6 giugno. «Avrei bisogno di chiedere una cortesia per la salute, è un prestito perché Luca deve partire, giorno due mi pago e te li do». L’anziano si mostra inizialmente restio: «possibile con tutti gli amici che hai chiedi a me». La donna insiste: «ho chiesto un prestito non un regalo ma pensi solo a te» e Gioffrè cambia tono: «per 500 euro che vuoi in cambio, ricordati quanti regali hai avuto da me». (f.b.)
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