REGGIO CALABRIA Il “locale” di ‘ndrangheta di Mammola controllava tutto: condizionava l’imprenditoria e le attività nel settore boschivo con il metodo delle estorsioni, e si finanziava, al solito, anche mediante la produzione e il traffico di sostanze stupefacenti. Alcuni dei suoi presunti membri erano già stati coinvolti, in passato, in inchieste antimafia, ma per la prima volta viene censita e riconosciuta, sebbene in fase cautelare, l’operatività di una vera propria cellula mafiosa nel piccolo centro dell’area jonica. E’ questo, in estrema sintesi, il risultato dell’operazione nome in codice “Malea” conclusa dalla Dda di Reggio Calabria guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri. Nelle scorse ore, il gup di Reggio Calabria Claudio Treglia, ha fissato l’udienza preliminare a carico di dodici indagati dell’operazione antimafia, come richiesto dai magistrati della Dda reggina. L’udienza si celebrerà il prossimo 10 maggio nell’aula bunker di viale Calabria.
(redazione@corrierecal.it)
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