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«Contro le troppe morti in servizio introdurre il reato di omicidio sul lavoro»

Cosenza, sit-in dei sindacati nel settore privato. Senese (Uil): «Numeri non degni di un paese civile, la nostra è una battaglia di civiltà»

Pubblicato il: 11/04/2024 – 12:38
«Contro le troppe morti in servizio introdurre il reato di omicidio sul lavoro»

COSENZA «Contro le morti sul lavoro serve fermezza dal governo: si introduca il reato di omicidio sul lavoro». Angelo Sposato, segretario regionale della Cgil, che parla di «una giornata particolare perché arriva a due giorni dall’ultima tragedia anzi strage sul lavoro. Suviana e Brandizzo ci impongono a interrogarci su dove è arrivato oggi il lavoro: precario, sottopagato, sfruttato, senza sicurezza, in nero. L’anello più debole è sempre il lavoratore, che paga due volte: non ha diritti salariali e nemmeno diritto alla vita, senza tutele sulla sicurezza. Oggi richiamiamo alla responsabilità anzitutto il governo che, con l’introduzione della norma dei subappalti a cascata ha dato mani libere alle imprese meno sane di sfruttare e mettere in pericolo le persone. Nella catena perversa di appalti e subappalti l’anello debole della catena è il lavoratore. Si risparmia per fare profitto a discapito della sicurezza. Poi c’è il discorso della responsabilità sociale delle imprese, che vanno selezionate: non possono accedere agli appalti pubblici anche quelle che non danno garanzie, la patente a punti può fare una prima selezione ma c’è bisogno di nuove norme deterrenti, sanzioni penali come l’omicidio sul lavoro. Serve una risposta ferma del governo. Oggi parliamo anche di un nuovo modo di fare impresa: chi vuole essere competitivo non può risparmiare sulla sicurezza sul lavoro e mettere in pericolo la vita delle persone».
In piazza XI Settembre per il sit-in organizzato dai sindacati Cgil e Uil in occasione dello sciopero nazionale dei lavoratori del settore privato per dire No agli incidenti sul lavoro anche Maria Elena Senese (segretario generale Uil Calabria): «Non c’è occasione migliore per scendere in piazza e proclamare uno sciopero nazionale. I numeri non sono degni di un paese civile, la nostra è una battaglia di civiltà che ha radici lontane e negli ultimi anni ha cercato di sensibilizzare tutto il Paese. Abbiamo registrato l’ultima strage, è così che va chiamata. Non parliamo più di  infortuni mortali ma di omicidi. La patente a punti era già prevista dal decreto legislativo 81 del 2008, bastava un decreto attuativo per darvi seguito, oggi il governo se ne esce con una patente a crediti come se la vita umana valesse 20 punti e la formazione si possa fare in azienda anziché negli enti preposti, con certificati farlocchi: con la tracciabilità ci sarebbe una formazione vera e propria».

«La nostra battaglia contro i subappalti a cascata è fatta nella consapevolezza che è proprio lì che si annida il lavoro nero  il dumping contrattuale: il maggior numero di incidenti continua a verificarsi su due settori cioè edilizia e agricoltura». Senese incalza poi sul potenziamento degli Ispettorati del Lavoro «il governo continua a parlare di 700 unità ma 500 le ereditiamo dal governo Draghi, dopo i due scioperi nazionali di Uil e Cgil. Oltre al potenziamento dell’organico dell’Ispettorato del Lavoro bisogna ricordare che ci sono gli ispettori dell’Asp: ogni regione dovrebbe potenziare questi organici in modo da creare una sinergia tra tutti gli enti ispettivi. Se tutte le parti iniziassero a interagire in modo più fattivo, forse una soluzione potremmo averla».  (euf)

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