LAMEZIA TERME Se la Calabria, come abbiamo spiegato nel precedente articolo, è a tutti gli effetti un “laboratorio” delle teorie “filorusse”, la città di Lamezia Terme ne è il cuore pulsante. È qui, infatti, all’ombra di bandiere nere, stemmi che ricordano vecchi autocrati dell’Est Europa e sogni anti-Occidentali che sorgono una serie di associazioni e movimenti giovanili che ambiscono a stabilire una connessione “permanente” tra l’Italia e la Russia.
Una «comunità militante» accomunata dalla retorica «antiliberista» o addirittura «antiborghese», teorie che nel nostro Paese abbiamo visto negli anni ’70. Già nel precedente articolo avevamo parlato di “Identità Tradizionale”, gruppo ispirato dall’estrema destra, comunità nata nel gennaio del 2012 «dall’idea di alcuni giovani catanzaresi di creare un’alternativa ai modelli di vita confezionati dalla società odierna» come spiegano sul loro stesso sito ufficiale del gruppo guidato da Simone Grisolia. L’associazione è legata a doppio filo con l’associazione Italo-Russa “Speranza”. Dando un’occhiata al loro sito ufficiale, si scopre che del team/redazione fanno parte tra gli altri ancora una volta Vittorio Gigliotti, presidente di “Cantiere Laboratorio”, Luca Leonardo D’Agostini, presidente dell’associazione culturale “Madre Russia”. E poi Enrico Vigna dell’Associazione “SOS Yugoslavia – SOS Kosovo Metohija” mentre la presidente è Irina Vikhoreva. Il nome di quest’ultima salta fuori, ad esempio, nell’elenco degli “osservatori” che hanno confermato la narrazione di Mosca sull’annessione delle quattro regioni ucraine occupate illegalmente. La stessa Vikhoreva, inoltre, qualche anno fa è stata la protagonista di una intervista rilasciata a “Cantiere Laboratorio”, in cui spiegava: «Dopo gli eventi del febbraio 2014 a Kiev, il 2 maggio 2014 a Odessa e i bombardamenti di Donetsk e a partire dal 26 maggio 2014, i russofoni dell’ex URSS, presenti in Italia hanno deciso di organizzarsi in un’unica associazione volta ad aiutare, principalmente, i propri connazionali nelle zone di guerra e di promuovere, tramite manifestazioni pubbliche, conferenze, incontri, per far conoscere la reale situazione della regione del Donbass. Abbiamo rappresentanti in varie città italiane quali Roma, Venezia, Torino, Treviso. Spediamo aiuti umanitari alle regioni di Donetsk e Lugansk».
Nel 2016 Vikhoreva si candida alle comunali di Roma con il movimento “Patria” di Alfredo Iorio, noto imprenditore di Cosenza, già in passato con Forza Nuova e attivo con il leader nazionale Roberto Fiore per cercare di aprire una sede del partito nella città brutia. Progetto naufragato come il sogno romano di entrare in Consiglio comunale. E, a proposito di estrema destra ed ex appartenenti a Forza Nuova, c’è poi la figura di Bruno Spatara. È lui, infatti, già responsabile regionale di “Azione identitaria”, a guidare “Gioventù Controcorrente”, la costola di Cantiere Laboratorio di cui, scrivono, «ne condivide lo Statuto, l’identità cristiana e la linea culturale ed operativa». Nata con il motto «Dio, Patria e Famiglia è, pertanto, il Manifesto Programmatico di Gioventù Controcorrente e di tutti quei giovani che ne vorranno far parte», utilizzano come logo San Michele Arcangelo, lo stesso utilizzato dai legionari romeni delle “Guardia di Ferro” di Codreanu.
Nella sede del movimento “Gioventù Controcorrente”, a Lamezia Terme, il 13 agosto dello scorso anno è stato organizzato, alla presenza dell’ambasciatore dell’Abkhazia Vito Grittani, un incontro «per la creazione del Comitato per festival mondiale dei giovani». Presenti i ragazzi Aurora Bonaddio, Gaia Bonaddio, Martina Sommacale, Julia Ferreira Dos Santos, Cristiano Matteo, Valentina Vezio, Nerea Mazzocca, Veronica Mazzocca – tutti membri delle rispettive associazione Gioventù Controcorrente e Royal Team Lamezia che «hanno dato vita a questo Comitato in vista dell’importante appuntamento mondiale del prossimo anno». Il riferimento è al “Festival Mondiale della Gioventù” di Sochi, in Russia, l’evento che per intenderci è stato portato alla ribalta per la presenza dell’artista-writer “Jorit”, protagonista del selfie scattato insieme al leader russo Putin.
La delegazione italiana era composta dalle organizzazioni “Gioventù Controcorrente” Lamezia Terme, la “Royal Team” Lamezia Terme e “Fronte della Primavera Triestina”, gruppo giovanile che si proclama «anti-Nato» e affiliato a “Territorio Libero”, organizzazione legalitaria fondata nel 2011 per tutelare l’attuale “Territorio Libero di Trieste” che l’associazione considera «uno stato sovrano con l’unico Porto Franco internazionale al mondo».
A co-fondare l’organizzazione è stato Giorgio Deschi Descovich, anche lui tra gli osservatori internazionali chiamati dalla Russia in Donbass lo scorso anno. Giorgio Deschi, peraltro, proprio un paio di mesi fa è stato nominato presidente nel nuovo “Osservatorio Libero di Trieste”. Lo scopo statutario che ha sede anche a Mosca, è «informare, promuovere e realizzare concordemente agli interessi specifici politici ed economici dei popoli di tutte le nazioni firmatarie del Trattato di Pace di Parigi del 1947 quanto previsto dalle leggi internazionali vigenti», si legge nella nota stampa.
Deschi, inoltre, nel 2021 è stato tra quelli che hanno appoggiato la protesta dei portuali, ospitando nel comitato anche il lametino Pasquale Salatino, tra i membri di “Cantiere Laboratorio” ed editore di una testata online “Osservatorio Calabrese”, OSCA News, giornale online di cui però non c’è tratta sul web ma che puntualmente è citato da alcune testate russe nella regione ucraina di Lugansk, nel corso di alcuni articoli e servizi video legati, ad esempio, proprio alle elezioni farsa del 2023.
Dallo spaccato lametino, dunque, emerge una generale commistione tra associazioni, gruppi giovanili, movimenti indipendentisti e partiti di estrema destra con «simpatie» rivolte alla Russia di Putin. Ne è un esempio l’ultimo incontro rivolto alla stampa organizzato proprio a Lamezia Terme denominato “pensiero libero” , l’occasione – scrivono – per i giornalisti italiani «per approfondire le tematiche riguardanti il voto russo con i testimoni diretti che hanno fatto visita a decine di seggi a Mosca e nel Donetsk, Lugansk e Zaporozhye». (g.curcio@corrierecal.it)
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