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Tenuta (Psi Rende): «Con la città unica si mortificano i consigli comunali»

«Impensabile che la fusione – un eufemismo per annessione – sia diventata oramai, tutto d’un tratto, il problema principale della Calabria

Pubblicato il: 13/04/2024 – 19:32
Tenuta (Psi Rende): «Con la città unica si mortificano i consigli comunali»

RENDE «Ribadiamo la nostra contrarietà rispetto ad una proposta di legge di fusione che pone in pericolo i più elementari principi costituzionali e democratici del nostro paese. Parlare di fusione è un eufemismo. Siamo di fronte, invece, ad un’annessione per incorporazione di Rende – oltre che di Castrolibero – che elude qualsivoglia procedura democratica e partecipativa, approfittando, peraltro, in maniera subdola, del commissariamento della città»: non usa mezzi termini Francesco Tenuta del Psi rendese.
«Forse i proponenti di questa legge scellerata dovrebbero fare un ripasso delle nozioni basilari di educazione civica, per arrivare a comprendere, finalmente, il vero significato del dettato costituzionale, dell’ordinamento dello Stato, di una Regione, di un Ente territoriale, nonché del ruolo dei cittadini all’interno delle istituzioni» aggiunge, argomentando che «una città unica non si costruisce mortificando i consigli comunali che sono diretta espressione della comunità locale; non si costruisce mortificando la partecipazione dei cittadini; non si costruisce sulla carta, attraverso uno studio di fattibilità che non ha i connotati di uno studio e che non approfondisce le criticità o le opportunità di un processo di fusione delle città interessate».
«Basta solo pensare – continua il socialista di oltre-Campagnano – che Cosenza ha una situazione di disastro economico e finanziario, creata da chi oggi vuole a tutti i costi la Città Unica, che non può gravare anche sulla comunità di Rende, così come su quella di Castrolibero.  Siamo di fronte ad una evidente forzatura legislativa di chiaro stampo autoritaristico ed antidemocratico. E non si venga a dire che la legge omnibus che ha estromesso i consigli comunali dal processo decisionale sia legittima perché il Governo nazionale non ha impugnato tale legge: i Governi amici, infatti, non impugnano le leggi».
«Insieme a tutte le forze civiche della città, alle associazioni culturali, a molti docenti universitari e alle migliaia di cittadini di ogni ceto sociale, abbiamo, quindi, dato vita al comitato per il No alla proposta di fusione, proprio per condurre una battaglia di ripristino delle regole democratiche e di legalità contro l’insano tentativo di annessione. Non è un caso che nella mattinata del 22 marzo scorso abbiano depositato, come comitato, presso gli uffici del Consiglio Regionale calabrese la proposta di legge che mira a rafforzare il ruolo delle municipalità coinvolte in un progetto di fusione. Tale proposta, infatti, prevede che eventuali referendum debbano essere ritenuti validi solo se il Sì dovesse vincere in ogni comune coinvolto, superando il quorum cumulativo; proposta, questa, sostenuta dai Sindaci e dalle amministrazioni di Cosenza e Castrolibero, da loro comitati cittadini, nonché dall’associazione nazionale per le fusioni FCCN. Non è pensabile che la fusione Cosenza Rende Castrolibero sia diventata oramai, tutto d’un tratto, il problema principale della Calabria. Forse – conclude Tenuta – è più giusto pensare che dietro questo “obbrobrio” legislativo ci siano interessi politici e di parte di chi governa la Regione. Ed allora, anche grazie all’aiuto di tutti cittadini rendesi che, in questo periodo, ci stanno sostenendo con forza, non esiteremo a portare avanti una battaglia identitaria, a tutela della democrazia e della libertà e a difesa della nostra comunità».

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