VIBO VALENTIA La sicurezza come «condizione essenziale» per «lo sviluppo sano di una comunità». Ospite del convegno del Siulp, svoltosi stamattina nell’hotel 501 di Vibo Valentia alla presenza, tra gli altri, di Roberto Occhiuto, il procuratore aggiunto f.f. della Dda di Catanzaro Vincenzo Capomolla si è fermato a parlare ai microfoni dei giornalisti affrontando il tema del binomio tra sicurezza e sviluppo di un territorio. «Lo sviluppo – ha spiegato Capomolla – pretende un alto livello di fiducia nella comunità e la fiducia è un prodotto sociale che non dipende soltanto dal singolo individuo, ma da quello che è una società ordinata. Riuscire ad assicurare l’ordine della società è un impegno fondamentale delle istituzioni». Soltanto in questo modo, continua Capomolla, «si può consentire che si sprigionino tutte quelle energie positive che in una comunità ci sono e che possono assicurare un livello di sviluppo che consenta di ridurre le oggettive condizioni di retroguardia che per molti aspetti affliggono la nostra regione».
Una crescita, soprattutto economica, rallentata dall’ingombrante presenza della ‘ndrangheta, come ha ricordato anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nel video messaggio mandato in occasione del convegno di stamattina. «La capacità – continua Capomolla – della criminalità organizzata di contaminare il tessuto economico è sempre stata molto alta e continua ad esserlo». Per questo «è assolutamente necessario intervenire per sottrarre quelle ricchezze accumulate dalla criminalità organizzata in modo illecito». Interventi che a volte vengono criticati o ritenuti troppo rigidi. «Ad essere colpite sono strutture imprenditoriali che la criminalità è riuscita ad alimentare. Quando poi queste realtà perdono quella vitalità che prima manifestavano, ma soltanto in ragione della forza che la contaminazione criminale garantiva, possono ingenerarsi delle opinioni sbagliate». Ma queste, ricorda Capomolla, «sono misure adottate per contrastare l’accumulazione di ricchezza da parte delle organizzazioni criminali».
In quest’ottica rientrano le numerose inchieste della Dda che hanno coinvolto anche imprese o imprenditori ritenuti vicini alla ‘ndrangheta. «Ci sono state diverse indagini svolte e che hanno determinato un intervento rispetto ad alcune imprese colluse con le organizzazioni criminali. Ovviamente ogni realtà ha una sua specificità» continua Capomolla, che aggiunge: «L’attenzione continua a essere molto alta per assicurare che l’economia si esplichi secondo quel principio di libera concorrenza e che questa non venga alterata dai condizionamenti delle imprese criminali che ovviamente possono godere di vantaggi differenziali che altre imprese non hanno». Un lavoro, dunque, di controllo e prevenzione da parte dello Stato, con «un livello di attenzione alto rispetto a questa regione. L’auspicio è che possa mantenersi così rispetto a tutti quei fattori che possono concorrere ad assicurare il livello necessario di sicurezza per poter approfittare di tutte quelle occasioni di sviluppo che si presentano nel prossimo futuro». (Ma.Ru.)
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