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Crotone, bonifica area industriale: la minoranza chiede un consiglio «straordinario e urgente»

La richiesta prevede la presenza del commissario Errigo. Il timore è che il 3 maggio l’attività messa in campo dall’Eni possa avere successo

Pubblicato il: 16/04/2024 – 13:48
di Gaetano Megna
Crotone, bonifica area industriale: la minoranza chiede un consiglio «straordinario e urgente»

CROTONE Chiesta la convocazione «straordinaria ed urgente» del Consiglio comunale di Crotone per discutere della vicenda della bonifica. La richiesta, inviata al presidente del Consiglio, al segretario generale dell’ente e per conoscenza al sindaco, è stata formalizzata questa mattina con un documento firmato da dodici consiglieri comunali di opposizione (Salvatore Riga, Anna Maria Cantafora, Carmen Giancotti, Fabrizio Meo, Andrea Devona, Andrea Tesoriere, Maria Luana Cavallo, Giuseppe Fiorino, Enrico Pedace, Alessia Lerose, Antonio e Fabio Manica). Dei rappresentanti dell’opposizione manca la firma di Fabiola Marrelli e Danilo Arcuri. La richiesta di firmare era stata avanzata anche a loro. I dodici consiglieri di opposizione chiedono esplicitamente che, alla seduta del Consiglio, sia presente anche il commissario straordinario per la bonifica, Emilio Errigo. L’idea dei richiedenti è quella di evitare che il prossimo 3 maggio, alla Conferenza dei servizi istruttoria convocata dal ministero dell’Ambiente, si possa esprimere parere favorevole allo smaltimento a Crotone (discarica di Columbra) dei veleni presenti nell’area industriale. In sostanza chiedono il rispetto degli accordi sottoscritti alla Conferenza dei servizi decisoria del 24 ottobre del 2019, che prevedono il trasporto e lo smaltimento fuori dal territorio regionale della Calabria dei veleni presenti a Crotone. Una decisione su cui ha avuto un peso specifico la situazione sanitaria-ambientale che si vive nella città pitagorica. Non si è deciso di trasportare i veleni in altri siti per un fatto egoistico. A Crotone c’è oggettivamente una situazione complessa che, purtroppo, ha una ricaduta pesante sui casi di mortalità dovuti al cancro. Non è la prima volta che il consiglio comunale si esprime contro il progetto dell’Eni di smaltire a Crotone i veleni. Già l’1 febbraio del 2023 il consiglio comunale si era espresso all’unanimità contro una delle tante proposte messe in campo dal colosso industriale per non adempiere alle decisioni assunte il 24 ottobre del 2019. La seduta del consiglio comunale dell’1 febbraio scorso era stata convocata proprio per sventare il progetto di autorizzare una discarica di scopo all’interno del sito industriale dell’ex Pertusola sud. Il 9 febbraio del 2023 si è tenuta una conferenza dei servizi, sollecitata dall’Eni, che ha confermato il no al progetto di realizzare la discarica di scopo. Se il progetto fosse andato in porto i veleni sarebbero stati spostati di un centinaio di metri: dalla discarica fronte mare all’interno del sito industriale dell’ex Pertusola. Il no è stato poi confermato, nel corso della conferenza dei servizi del 9 febbraio, dalla Regione Calabria, dal Comune e dalla Provincia di Crotone. Sino ad ora i tre enti hanno marciato compatti. In occasione della conferenza del 9 febbraio del 2023 anche il consiglio regionale calabrese, su iniziativa del gruppo consiliare del Pd, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per impedire all’Eni di ottenere il consenso e risparmiare una barca di soldi sulla pelle di un territorio che ha già pagato un prezzo salatissimo. Il timore, che il 3 maggio prossimo l’attività messa in campo dall’Eni possa avere successo, a Crotone è molto forte. Così come molto forte è la volontà di evitare la beffa. E’ questa la ragione che ha spinto cittadini, associazione e partiti a costituire movimenti e comitati di lotta che non espongono bandiere. Tra le attività messe in campo c’è quella della raccolta delle firme. Si sta procedendo ad una raccolta on line e di persona. I dati sulla racconta, al momento, dicono che c’è partecipazione. L’unico elemento negativo di tutte queste attività è rappresentato dal fatto che le forze in campo, pur avendo un obiettivo comune, procedono in ordine sparso. Questo aspetto qualche ricaduta negativa potrebbe anche averla.   

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