REGGIO CALABRIA È dall’inchiesta “New Age” dei Carabinieri di Cittanova, risalente al 2021 e dal monitoraggio del telefono di Girolamo Vinci (cl. ’78) che gli inquirenti hanno preso spunto, mettendo a segno un altro colpo contro lo spaccio di droga attivo nella Piana di Gioia Tauro, culminato con il blitz eseguito questa mattina dai Carabinieri e l’arresto di 7 persone.
All’epoca l’inchiesta aveva permesso di documentare lo spaccio di sostanze stupefacenti dilagante a Cittanova e nei comuni limitrofi, nonché di appurare il ruolo svolto da alcuni soggetti ritenuti “punti di riferimento” nella fornitura di importanti quantitativi di cocaina e marijuana nei confronti di innumerevoli consumatori, sia “locali” che provenienti da altri comuni.
Intercettando Vinci, gli inquirenti sarebbero riusciti a ricostruire la rete di rifornimento della droga che portava direttamente a Francesco Mileto (cl. ’91) e Giuseppe Larosa (cl. ’78), entrambi arrestati questa mattina, e a loro volta «gestori di un rodato mercato dello spaccio di cocaina» riporta il gip nell’ordinanza. I rapporti tra Vinci e Mileto si basavano sull’invio di messaggi di testo “in codice” mentre quelli tra Vinci e Larosa sarebbero stati documentati attraverso «innumerevoli transiti a piedi di Vinci nelle pertinenze delle abitazioni di Larosa» a Taurianova. Come è emerso ancora dall’inchiesta, Girolamo Vinci «si interfacciava in prima persona sia con Francesco Mileto che con Giuseppe Larosa » con lo scopo di «reperire sostanza stupefacente, per poi immetterla nel mercato, cedendola ad alcuni acquirenti dimoranti nel centro cittadino di Cittanova». Secondo gli inquirenti, inoltre, il suo raggio d’azione nel settore dello spaccio si estendeva al di là del territorio, «interessando anche Taurianova e Rosarno».
A sua volta, Larosa «sarebbe autore di quotidiane cessioni nei riguardi di svariati acquirenti nel comune di Taurianova», come riporta il gip nell’ordinanza. Larosa, noto anche come “Peppe U vitotu”, è chiamato a rispondere di numerosi episodi di cessione di droghe sia pesanti come cocaina che leggere come hashish, «realizzati, peraltro, nel brevissimo periodo che ha abbracciato i mesi di novembre, dicembre 2022 e gennaio 2023» e «può essere definito come il dominus dell’attività di spaccio posta in essere nel comune di Taurianova», scrive il gip nell’ordinanza.
Tra i clienti abituali si segnala proprio Vinci, il quale si sarebbe recato, in maniera sistematica, a Taurianova a casa di Larosa per «reperire lo stupefacente, come si desume agevolmente dai molteplici transiti – a piedi ed in auto – effettuati a Taurianova e documentati dalla pg, grazie alle risultanze acquisite dal sistema». Grazie al sistema di tracciamento GPS installato sulla sua auto e ai servizi di osservazione, gli inquirenti sono riusciti a documentare la frequenza dei viaggi di Girolamo Vinci a Taurianova, tra ottobre e novembre 2022, anche se sprovvisto di patente di guida. I servizi di osservazione, controllo e pedinamento, della polizia giudiziaria, infatti, lo hanno immortalato proprio mentre si dirigeva in autonomia a Taurianova, a bordo della sua Fiat Punto. L’indagato, inoltre, è stato in grado di individuare e disabilitare le telecamere di sorveglianza, consapevole secondo il gip «di poter essere ripreso ed immortalato nel cedere in maniera sistematica lo stupefacente ai vari acquirenti».
Tra i principali protagonisti dello spaccio nel territorio del comune di Cittanova, invece, gli inquirenti inseriscono Girolamo Vinci (cl. ’78), noto come “Mommo” o “Mommetto” o anche “Mommineddu”. Le indagini avrebbero consentito di individuare l’operatività di altri presunti spacciatori come Luigi Quartuccio (cl.’52), Andrea Spirlì (cl.’90), entrambi arrestati, e Domenico Morabito (cl.’83), sottoposto all’obbligo di presentazione. Nella fase investigativa gli inquirenti hanno ascoltato alcuni degli assuntori di droga individuati, riconoscendo a Vinci e Quartuccio «con il ruolo di unici fornitori», rinforzando quindi la tesi investigativa secondo cui proprio Vinci «si riforniva da Mileto e Larosa» riporta il gip nell’ordinanza e secondariamente «adoperarsi nel procacciare clienti e consumatori, cedendo loro stupefacente, nonché Quartuccio e a Spirlì rifornirsi dal rosarnese Antonino Scarmato (cl.’89)», anche lui finito in carcere. Inoltre, Vinci, evidentemente consapevole della presenza sul territorio delle forze dell’ordine, faceva ricorso all’utilizzo di messaggi sms “criptici” ma comunque riferiti all’attività di spaccio. Ad esempio, con il temine “campagna”, l’indagato faceva riferimento «ad un luogo successivamente individuato in un fondo agricolo nel comune di Cittanova» riporta il gip nell’ordinanza, segnatamente in contrada Petrara, nei pressi del cimitero comunale, «utilizzato come base logistica da Vinci e punto di incontro con diversi consumatori di cocaina».
A Rosarno, invece, gli inquirenti sono riusciti ad individuare tre soggetti dediti alla fornitura di droga ovvero Francesco Mileto (cl. ’91), Antonino Scarmato (cl. ’89) e Salvatore Fida (cl. ’67), tutti finiti in carcere.
Secondo le indagini, così come riporta il gip nell’ordinanza, Mileto «è risultato essere un importante fornitore di narcotico». Gli incontri concordati con i suoi acquirenti avvenivano esclusivamente tramite scambio di SMS, grazie ai quali gli inquirenti hanno individuato i luoghi di incontro: quello indicato con la lettera “V”, ad esempio, corrispondeva al centro Vodafone di Rosarno, su via nazionale. Quello, invece, indicato con la locuzione “MARKET” era riferito al supermercato “Ard Discount” sulla SS 18 in direzione Mileto. Infine, quello segnalato con la lettera “S” e con la locuzione “Ficara” alla località Bosco – Spartimento nei pressi del VII – VIII Stradone Bosco di Rosarno.
C’è poi Scarmato da ritenersi «a tutti gli effetti ben inserito in dinamiche criminali di spaccio» scrive il gip, ed è inoltre legato da vincoli di parentela alle famiglie di ‘ndrangheta Cacciola e Bellocco. È il 17 febbraio del 2023 quando proprio Scarmato è stato arrestato dai Carabinieri di Taurianova perché trovato in possesso di 60 grammi di cocaina, in auto, mentre si dirigeva dal proprio acquirente Andrea Spirlì. Altri 3,6 kg di marijuana, in buste sottovuoto, pronte per la commercializzazione e altre dosi di cocaina, pronte per essere distribuite, verranno poi ritrovate all’interno del suo negozio a Rosarno.
C’è, infine, Salvatore Fida che, nonostante si trovasse ai domiciliari durante la fase investigativa, sarebbe riuscito comunque a procurare la droga a svariati acquirenti, alcuni dei quali lo raggiungevano anche nei pressi della sua abitazione, a Rosarno, ricevendo dosi di narcotico avvolte in involucri di carta stagnola. Nonostante il soggetto adottasse le cautele necessarie «la pg è riuscita comunque a documentare due episodi» riporta il gip nell’ordinanza, ritenendo quindi Fida «particolarmente avvezzo e al contempo scaltro nell’effettuare le cessioni». (g.curcio@corrierecal.it)
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