CATANZARO Dopo Lamezia Terme il tour del generale Roberto Vannacci in Calabria tocca anche Catanzaro. Nel capoluogo calabrese il generale, diventato ormai un simbolo dell’ultradestra a livello nazionale, si confronta con i giornalisti in una conferenza stampa in un ambiente a lui evidentemente molto consono, il Museo Militare, spiegando anzitutto il perché della sua presenza in Calabria, la prima in una regione del Sud. «Mi avevano invitato in Calabria da subito dal 26 agosto, ringraziando per l’invito volevo onorarlo il più presto possibile, poi – ha rilevato Vannacci – tutta una serie di eventi, impegni professionali, impegni familiari, anche un problema logistico – io abito a Viareggio in Toscana e non è semplicissimo raggiungere questa bellissima terra – mi hanno portato a dover rimandare la visita, peraltro non mi sono mai recato in Italia meridionale per un per problemi logistici e non pe altri motivi. E quindi anche per una questione di rispetto nei confronti di chi mi aveva invitato 6-7 mesi fa ho pensato di cominciare proprio dalla Calabria per cercare di allargare le zone visitate anche alle altre regioni del Sud Italia».
Ad assistere Vannacci, oggi generale dell’Esercito sospeso per le sue posizioni ritenute razziste e omofobe, gli esponenti del movimento culturale che si ispira al libro di successo del generale, “Il mondo al contrario”. Vannacci ha quindi esposto una sua ricetta per le regioni del Sud, quella di puntare sulle infrastrutture, contestando «quell’ambientalismo del no, che spesso limita la costruzione di grandi opere che consentirebbero di progredire dal punto di vista economico e sociale della nostra nazione appellandosi a impedimenti che sinceramente reputo marginali o non sufficienti». Vannacci ha ricordato come «sin dai tempi dei Romani siamo conosciuti nel mondo per essere grandi costruttori, che realizzano opere incredibili, l’ho visto nel Nord Africa, nella penisola arabica, nel grande Nord, al di là del circolo polare Artico. Ci sono tante ditte che stanno costruendo opere inedite e veramente impressionanti. Mi domando perché questa nostro know how, questa nostra capacità, quando dev’essere implementato in Italia trova sempre difficoltà, vuoi perché c’è il falco pellegrino che non può nidificare perché magari non si può spostare 50 chilometri più in là o ci sono tutta una serie di impedimenti che secondo me sono solo scuse per non realizzare queste opere che sono necessarie. La nostra rete infrastrutturale – ha sostenuto il general dell’Esercito – ha bisogno di essere modernizzata e potenziata, soprattutto in zone come il Sud Italia dove probabilmente c’è una carenza di infrastrutture, e quindi se vogliamo stare al passo con i tempi e soprattutto vogliamo rilanciare il Sud dobbiamo realizzare queste opere che sono necessarie in un futuro di benessere e progresso della nazione».
Uno dei temi ancora al centro dell’attenzione è la possibile candidatura di Vannacci alle Europee, in particolare con la Lega, dalla quale però arrivano segnali di malumore: «Sul fatto che qualcuno abbia mal di pancia mi dispiace. Nel senso che sono questioni interne, è un partito del quale io non faccio parte e quindi non voglio discutere né commentare quello che sta succedendo. Secondo me – ha aggiunto Vannacci – sono discussioni più che legittime all’interno di una frangia politica. Per quanto riguarda invece quello che dovrò decidere, le valutazioni che sto facendo, giungeranno a maturazione sicuramente nei prossimi giorni e lo renderò noto. Però sulle questioni interne al partito o comunque a questa frangia politica non mi esprimo, sono tutte discussioni che riguardano le varie posizioni che sono più che legittime e più che comprensibili». «Con il ministro Salvini ho avuto degli incontri che sono stati abbastanza saltuari, ma ultimamente non mi sono visto, ha poi aggiunto Vannacci, che, ai giornalisti che hanno chiesto conferma di una sua visita nella sede della Lega di recente, ha risposto così: «Negativo, anche questa è una balla, una farloccheria che si sono inventati, anche perché giovedì sera ero a Sutri, vicino Viterbo, venerdì ero a Iesi, nelle Marche, e sabato ero a Pennabilli in Romagna, quindi – ha concluso Vannacci – neanche avendo il dono dell’ubiquità avrei potuto essere a Milano». (c. a.)
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