«Il documento di economia e finanza è un documento previsionale, cioè un documento con il quale lo Stato decide qual è la previsione di spesa per gli anni, in questo caso per il ‘24 e poi per il triennio successivo ‘25 e ‘27, e che cosa viene fuori dall’analisi di questo documento che come sappiamo è presentato in forma light perché si attendono le nuove regole del patto di stabilità per definire quali sono le azioni che il governo intende mettere in atto per portare avanti i programmi. Intanto per il 2023 ci siamo fermati al 6,3% del Pil perché gli accordi per una serie di risorse che devono essere spese, in particolare quelle riguardanti gli incrementi contrattuali del personale, non si sono perfezionati e sono stati quindi spostati sul bilancio del 2024. Del resto, quando si fanno i bilanci delle aziende ma anche dello Stato, si verificano spesso questi spostamenti di fondi che da un anno vanno all’altro. Quindi di fatto nel 2003 abbiamo chiuso al 6,3% con una spesa sanitaria di poco inferiore a quella del 2022 che però, dobbiamo ricordare, è stata erosa in maniera importante dall’inflazione che nel 2023 ha raggiunto il 5,7%». Così ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso de “L’Italia s’è desta”, programma d’attualità condotto dal direttore del giornale radio Gianluca Fabi e dalla giornalista Roberta Feliziani, Nino Cartabellotta, Presidente fondazione GIMBE, in merito alla spesa sanitaria in calo nel 2023 e con un aumento illusorio nel 2024.
Cartabellotta ha proseguito «nel 2024 ovviamente noi vediamo un incremento della spesa sanitaria che però si porta dietro quello che non è stato speso nel 2023. E poi nel triennio ‘25 e ‘26 si arriva fino a 6,2% del Pil e quindi, quel tanto atteso rilancio del finanziamento pubblico, non solo non c’è, ma il rischio è che, siccome la prossima manovra difficilmente potrà essere fatta in deficit con le nuove regole del patto di stabilità, si rischiano ulteriori tagli». Relativamente invece all’iniziativa di Padova e Modena di affidare all’intelligenza artificiale la risposta al telefono in ospedale Asl per cambiare il medico di famiglia o per fissare appuntamenti per il CUP, il Presidente Cartabellotta ha dichiarato «l’intelligenza artificiale ha delle potenzialità enormi. È ovvio che molte sono in via di sperimentazione, ma io lo considero sempre e comunque uno strumento a servizio dell’uomo e non uno strumento che può sostituire l’uomo. Il problema fondamentale cioè -ha proseguito- è che l’intelligenza artificiale lavora su dati e noi non abbiamo una struttura di dati così rigorosa nella sanità da poter permettere analisi da parte di questi grandi strumenti informatici».
«È un po’ il problema di base. Però, rispetto a quello che è l’investimento del paese -ha voluto sottolineare – la riduzione del rapporto spesa sanitaria-pil comincia nel 2010, e da lì tutti i governi hanno investito sempre meno nella sanità destinando il denaro pubblico ad altro. E indebolendo il sistema pubblico – ha insistito Cartabellotta – è ovvio che oggi ci troviamo in questa situazione con la carenza di personale, con i medici di famiglia che mancano, con la gente che deve spendere di tasca propria per curarsi fino a impoverirsi o addirittura rinunciare alle cure. Ci vorrebbe un sussulto, un colpo di reni della politica con la P maiuscola, un accordo che dovrebbe andare oltre gli avvicendamenti di Governo e le ideologie partitiche. Noi stiamo scivolando praticamente verso un sistema dove lo Stato sociale e la tutela dei diritti non ci sono più: è ovvio che questa è un’emergenza importante, come quella climatica, legata anche alla crisi del personale sanitario che è la crisi nella crisi, perché se non rilanciamo le politiche del personale sanitario non andiamo da nessuna parte», ha concluso.
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