ROMA La Prefettura di Cosenza dovrà depositare al Tar del Lazio la relazione istruttoria della Commissione di accesso in forza della quale nel giugno dello scorso anno fu emanato il decreto di commissariamento del Comune di Rende (Cosenza) per presunte infiltrazioni della criminalità organizzata. La decisione è contenuta in una “sentenza non definitiva” pronunciata nell’ambito di un ricorso proposto dall’ex sindaco, Marcello Manna. Una vicenda giudiziaria amministrativa complessa che ha portato all’impugnativa di numerosi atti, a partire dal decreto di scioglimento pronunciato dal Presidente della Repubblica il 28 giugno 2023, e fino al silenzio sull’istanza di accesso presentata dall’ex sindaco a inizio dicembre 2023 per avere pieno accesso a tutta la documentazione che ha portato allo scioglimento del Comune, a pochi passi da Cosenza. Il Tar ha preliminarmente deciso la legittimazione alla partecipazione al giudizio del Comune di Rende, giacché “l’eventuale accoglimento del ricorso determinerebbe l’annullamento degli atti di scioglimento dell’amministrazione comunale con conseguente decadenza della commissione straordinaria”. Passando all’esame dell’istanza di accesso proposta dall’ex sindaco con motivi aggiunti al ricorso, i giudici hanno osservato come la stessa “non possa essere accolta”. Nonostante questo, però, il Tar ha ritenuto di disporre l’acquisizione di una serie di atti ritenuti necessari per decidere la controversia. Si tratta: della relazione del Prefetto di Cosenza; degli atti di nomina della commissione di accesso; degli atti relativi all’attività compiuta dalla commissione e, segnatamente, della relazione conclusiva. I documenti dovranno essere prodotti in versione integrale e senza omissis, insieme con tutti gli eventuali atti allegati. Due mesi di tempo sono stati consessi per il deposito; fissata una nuova udienza il prossimo 18 dicembre.
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