COSENZA «La notizia della chiusura del punto nascite della clinica Sacro Cuore di Cosenza è arrivata come un fulmine a ciel sereno e ha smosso l’intera Regione. Sono state le mamme ad esporsi in prima linea in difesa di un proprio diritto, quello di scegliere il luogo in cui dare alla luce i propri figli, ma anche in difesa di un reparto che per la sanità calabrese rappresenta un’eccellenza». È quanto afferma in una nota Daniela De Giorgio, componente del Gama ParoleInContatto. «Lo affermano con forza e determinazione anche le mamme del gruppo Ama “Parole In Contatto” facente parte dell’associazione “MammacheMamme” presieduto dalla dott.ssa Cecilia Gioia – continua De Giorio –. Il gruppo, che si occupa di lutto perinatale, è composto da genitori provenienti da tutta la Regione che hanno vissuto l’esperienza traumatica della perdita di un figlio durante la gravidanza o subito dopo e molti di loro hanno scelto di farsi assistere ed accompagnare nel momento più buio della loro vita proprio dai sanitari del reparto di Ostetricia del Sacro Cuore . Abbiamo raccolto la testimonianza di Valentina, mamma di un bimbo nato in silenzio il 7 ottobre 2021 nel reparto di ostetricia della clinica, la quale ci ha parlato della sua esperienza all’interno del Sacro Cuore in periodo Covid: “Nonostante il grande dolore per la perdita di mio figlio”, ha detto “mi sono sempre reputata una persona fortunata in quanto, sia durante la mia degenza in clinica, che la mattina del parto, sono stata accudita, confortata e seguita con grande cura e amore dal mio medico dott. Raffaele Misasi, dalla psicologa dott.ssa Cecilia Gioia e da tutto il personale sanitario nessuno escluso, persino le signore che si occupavano delle pulizie quotidiane entrando nella mia stanza mi hanno sempre regalato un sorriso, una parola di conforto e tanto incoraggiamento”. Ed ancora: “Quella mattina del 7 ottobre 2021le ostetriche piangevano insieme a me per la perdita del mio bambino. Io sono tornata a casa senza stringere tra le mie braccia mio figlio, ma ho portato con me tutto l’amore ed il calore donato da tutto il personale sanitario della struttura ed è solo grazie a loro se sono riuscita a vivere il lutto senza sentirmi sola”. Valentina – prosegue De Giorgio – è una delle tante mamme rimasta incredula davanti alla decisione di chiusura del Sacro Cuore. Le sue parole ci fanno toccare con mano il tipo di lavoro che viene giornalmente svolto all’interno di questo reparto che è di fondamentale importanza non solo per chi torna a casa con un figlio tra le braccia e la gioia nel cuore, ma anche di chi va via a braccia vuote e con un dolore straziante. La professionalità e l’empatia del personale sanitario può cambiare il modo di vivere questa tragica esperienza, può agevolare l’elaborazione del lutto e le mamme del Gama “Parole in contatto” ce lo confermano. Sapere che c’è una struttura che ti accoglie, sostiene, supporta con personale specializzato non solo nella nascita, ma anche nella perdita di un figlio è una cosa della quale le donne calabresi sono fiere perché è davvero difficile trovare nello stesso reparto, medico, ostetrica e psicologa esperta nell’accompagnamento alla nascita di bimbi che piangono e si fanno sentire e di quelli che lo fanno in silenzio. Per questo riteniamo che la chiusura del punto nascite del Sacro Cuore è pura follia. Per questo invitiamo tutte le forze politiche coinvolte nella vicenda ad ascoltare la voce delle donne che si oppongono con determinazione a questa chiusura perché conoscono bene la realtà del Sacro Cuore e preghiamo chi di dovere a prestare la dovuta attenzione alle donne che stanno chiedendo semplicemente di vedere riconosciuto il proprio diritto di scelta. Le iniziative a sostegno della clinica Sacro Cuore in questi giorni sono state moltissime e hanno fatto tanto rumore. Noi vogliamo continuare a farci sentire perché riteniamo che un punto nascita accessibile è fondamentale per garantire alle mamme e alle famiglie cure attente e consapevoli. Aspettiamo tutti al sit-in pacifico che si terrà sabato dalle ore 10 alle ore 12 di fronte la Clinica Sacro Cuore di Cosenza per dare voce alla nostra indignazione».
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