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Reggio, Piantedosi inaugura la sede dell’Agenzia dei beni confiscati. «Giornata storica» – FOTO

Il bene fu confiscato al boss Rocco Musolino detto il “re della montagna”. Occhiuto: «Necessario recuperare anche le aziende»

Pubblicato il: 18/04/2024 – 11:31
di Mariateresa Ripolo
Reggio, Piantedosi inaugura la sede dell’Agenzia dei beni confiscati. «Giornata storica» – FOTO

REGGIO CALABRIA Quella di oggi è una «giornata densa di significato per il valore concreto dell’iniziativa, ma anche per quello simbolico. Viene collocata una sede importante, come quella di Reggio Calabria, la prima sede storica dell’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati, proprio all’interno di un bene che fu sottratto alle organizzazioni criminali, e che consentirà quindi il miglioramento delle performance dell’agenzia».
Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a Reggio Calabria per inaugurare la nuova sede dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Alla cerimonia presenti, tra gli altri, anche la sottosegretaria con delega ai Beni confiscati Wanda Ferro, il presidente della regione Roberto Occhiuto, il prefetto Bruno Corda, il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, l’assessore comunale Carmelo Romeo, il segretario regionale di Forza Italia Francesco Cannizzaro.

La sede in un bene confiscato al “re della montagna”

La nuova sede dell’Agenzia si trova in via Campanella, nel centro storico cittadino, in un immobile confiscato al defunto boss di ‘ndrangheta Rocco Musolino, detto il “re della montagna”, nel quale l’Agenzia e la Presidenza del Consiglio dei ministri hanno eseguito lavori di “manutenzione straordinaria” per oltre 800 mila euro. «Oggi quindi siamo molto contenti, ringrazio per questo la magistratura, le forze dell’ordine, le autorità locali, il Prefetto e il direttore dell’agenzia». «Insomma – chiosa il ministro – oggi è veramente una bella giornata». Nel corso del suo intervento Piantedosi ha spiegato che «da quando è stata costituita fino ad adesso, l’Agenzia ha destinato in tutta Italia 23.710 beni immobili e 2.223 aziende. E questo l’ha fatto conferendole ad enti istituzionali per il tramite degli enti locali ad associazioni, sia per lo svolgimento di attività propria istituzionale o per attività sociali. Solo qui in Calabria sono stati 8.344 i beni che sono stati in qualche modo riassegnati e 608 sono state le aziende. Ma mi piace citare anche il dato che riguarda l’attività del nostro Governo perché da quando siamo in carica questa performance, grazie soprattutto agli attori istituzionali, si è particolarmente intensificata perché abbiamo assegnato 6.612 beni di cui 4.515 beni immobili per un valore complessivo di 304 milioni di euro».

Occhiuto: «Necessario recuperare anche le aziende sequestrate»

«Sono molto riconoscente al ministro Piantedosi, non ricordo negli ultimi vent’anni un ministro dell’Interno così presente in Calabria», ha detto il presidente Occhiuto nel corso del suo intervento. «È grande la sinergia istituzionale – ha aggiunto il governatore – che abbiamo creato con l’Agenzia per i beni confiscati. È bello aver dimostrato che ciò che la ‘ndrangheta ha costruito può esse abbattuto, come l’ecomostro abbattuto a Torre Melissa». Il presidente Occhiuto ha poi parlato dell’importanza del recupero non solo dei beni confiscati alla criminalità organizzata, ma anche delle aziende: «Vorrei indicare una questione sulla quale è importante concentrare attenzione più di quanto sia stato fatto, la necessità di mettere a frutto non solo i beni confiscati alla ‘ndrangheta, ma anche le aziende confiscate o sequestrate alla ‘ndrangheta, perché il messaggio che non deve passare in Calabria è che la ‘ndrangheta e la violenza è più forte dello Stato, che la ‘ndrangheta prima produceva lavoro e che lo Stato acquisendo questo bene lo distrugge». La proposta è «costituire una società composta dal capitale della Regione e da una lista di imprenditori che possano prendere in gestione le aziende confiscate alla ‘ndrangheta». Il riferimento non è a tutte le aziende confiscate, «perché alcune di queste – ha sottolineato Occhiuto – purtroppo sono state costituite soltanto per riciclare. Ma si potrebbe verificare quali aziende meritano di essere fuse e il patrimonio monetizzato a vantaggio dei cittadini e quali invece possono essere gestite per produrre ricchezza. Ne ho parlato col ministro oggi e ne ho parlato con la sottosegretaria Ferro». Dalla Calabria dunque Occhiuto ha lanciato l’idea di un progetto su cui, ha assicurato, «si sta lavorando». Una iniziativa bene accolta dal ministro Piantedosi che ha rimarcato: «Dobbiamo scongiurare la diffusione del messaggio che ciò che riesce a fare la criminalità organizzata non lo può fare lo Stato. Lo dobbiamo fare per i calabresi e per il nostro Paese».

Ferro: «Reggio Calabria un punto di riferimento per l’assegnazione dei beni confiscati»

«Un messaggio importante che parte da Reggio Calabria, dove nacque la prima agenzia per i beni confiscati, attraverso un’inaugurazione di un importante presidio in locali adeguati a quelle che sono le sfide che hanno visto un impegno fortissimo da parte del ministro Piantedosi, da parte ovviamente mia come delegata ai beni confiscati e nello stesso tempo del prefetto Corda», ha detto a margine dell’evento la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro che ha aggiunto: «Oggi si inaugura un patrimonio non soltanto per Reggio Calabria o per la Regione Calabria, ma le quattro sedi italiane vedono in Reggio Calabria un punto di prestigio per l’assegnazione beni confiscati che nell’ultimo anno è salito di oltre il 55% sia per quanto riguarda i presidi di polizia piuttosto che tutta la parte dell’utilizzo dei fini sociali, un grande accordo con la Regione Calabria e il presidente Occhiuto attraverso un protocollo che è stato il primo a essere siglato in Italia, con importanti risorse che hanno dato anche fiducia ai tanti amministratori che assumono come enti locali i beni per poterli rimettere in sesto e poterli mettere a frutto, a reddito e restituirli ai cittadini sani e onesti. Un bene, una giornata importante, ma anche un simbolo altrettanto importante di chi vuole esportare da qui, da Reggio Calabria, l’antimafia, da chi dice ovviamente alla mafia che lo Stato c’è, è presente e non arretra». (m.ripolo@corrierecal.it)

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