COSENZA L’ultima udienza in Corte d’Assise a Cosenza si era chiusa con la descrizione dell’appuntato scelto dei carabinieri di Cosenza, Luca Li Preti, dei frame dei video che hanno registrato la presenza di Tiziana Mirabelli – imputata nel processo sulla morte del 75enne cosentino Rocco Gioffrè – mentre entra in casa della vittima.
La donna si è costituita il 19 febbraio 2023, accompagnata dal proprio legale di fiducia (l’avvocato Cristian Cristiano), nella sede della Compagnia dei carabinieri della città dei bruzi. Il delitto si è consumato nell’appartamento della donna in uno stabile popolare in via Monte Grappa a Cosenza. Questa mattina, in aula, quei video sono stati resi visibili per dare la possibilità alle parti di riavvolgere il nastro di quella drammatica giornata e scrutare eventuali particolari ritenuti utili nel procedimento.
E’ Renato Covello, carabiniere della stazione Cosenza centro, ad illustrare i dettagli relativi al video. Il periodo di interesse dei frame, circa 500, è datato 14 febbraio 2023 giorno dell’omicidio. Lo spazio temporale è compreso tra le 6 e le 10.32 di quella mattina. Si vedono l’imputata e la vittima, Rocco Gioffrè, seduti sul divano di casa di quest’ultimo mentre discutono. Le immagini sono prive di audio ed è impossibile comprendere la natura del dialogo. Prima di quello scambio di battute, il teste – sollecitato dalla pm Maria Luigia D’Andrea – illustra le azioni compiute da Gioffrè. «Ha sistemato il letto» e posizionato «un’ascia sotto il cuscino». Come avrà modo di specificare il teste, quella di dormire con un’arma bianca sotto il cuscino era, per l’anziano, una abitudine consolidata. Alle 6.26 Rocco Gioffrè è ancora vivo, è l’ultima clip che lo inquadrerà mentre indossa la camicia ed esce con qualcosa in mano. Secondo la ricostruzione effettuata da Renato Covello si tratta di un borsello a tracolla, secondo la difesa dell’imputata si tratterebbe invece di una felpa. «Poi rinvenuta accanto al corpo senza vita».
Alle 6.46, l’imputata compare nel video mentre entra in casa dell’anziano con un mazzo di chiavi in mano. Passa qualche ora, ed alle 8.21 entrano in casa Gioffrè, il figlio Aldo (abitava insieme al padre) e la figlia Francesca.
Le lancette dell’orologio segnano le 10.32 quando l’occhio della camera rende nitida la figura di Tiziana Mirabelli che fa, di nuovo, ingresso nell’appartamento del 75enne. «Ha delle cose in mano, uno smartphone e dei guanti ed una fasciatura sulla mano sinistra», sottolinea il teste mentre con il mouse scorre i frame. I figli di Gioffrè, in quel momento, sono presenti in casa del padre. Il delitto è già avvenuto, come ribadiscono in aula sia l’avvocato dell’imputata che il pubblico ministero.
Cosa ci faceva la donna in casa di Rocco Gioffrè alle 6.46? I frame visionati in aula cristallizzano anche un episodio che riguarderebbe la presunta rapina compiuta da Mirabelli a casa Gioffrè. Nella precedente udienza era emerso come la donna sia «uscita portando un contenitore di colore nero con all’interno un oggetto non meglio identificato». Il raggio visivo limitato della telecamere non consente, a chi indaga, di capire dove l’imputata abbia recuperato il contenitore.
La donna si avvicina dinanzi ad uno specchio ed a favore di telecamere «controlla l’interno del contenitore ed esce alle 6.48».
(f.benincasa@corrierecal.it)
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