Slitta al 30 aprile la sentenza su Gianfranco Fini per la questione della casa di Montecarlo.
Pur essendo suo amico non provengo dalla sua area culturale. Gianfranco Fini, dal 93 al 2010, è stato osannato e idolatrato da tutta la classe dirigente di destra, salvo essere completamente dimenticato e ignorato da gente che gli deve molto o tutto. Un’altra triste conferma di quanto gli italiani siano attenti a schierarsi dalla parte di chi vince e dimentichino con rapida facilità chi prende la discesa.
Gianfranco ha avuto grandi meriti e altrettanti demeriti. Oratore straordinario, porto ‘ la destra emarginata e ghettizzata al governo. Chi non conosce bene il mondo della destra sa che i suoi demeriti, unitamente ad Almirante, sono ascrivibili all’isolamento di una parte intellettuale cospicua e straordinaria agli inizi degli anni ottanta. Era allora una destra che cercava di uscire da uno schema reazionario e proporre idee nuove.
La sua destra, quella di Fiuggi, fu una intuizione di Fisichella e forse era troppo radicata in un sentimento risorgimentale che gli italiani non hanno mai avuto.
Un altro errore lo commise il 2008 quando cedette An in comodato d’uso a Berlusconi per fare un partito unico che era di fatto unico, perché a comandare era solo il cavaliere.
La guerra politica contro Berlusconi del 2010 non conobbe, però, una risposta altrettanto politica. Il cavaliere, che pure è stato vittima di eccessi giudiziari incredibili, uso ‘ la sua batteria mediatica per isolare e mascariare Fini. Con un metodo inaccettabile.
Qui entra in gioco la dimensione di Berlusconi, croce e delizia del centrodestra.
Senza il suo coraggio la sinistra ancora comunista avrebbe stravinto le elezioni del 94. Ma Berlusconi, imprenditore unico, non aveva le caratteristiche per essere la guida di uno schieramento moderato e nemmeno probabilmente quelle di essere un leader politico, cosa a cui avrebbe anche rinunciato se avesse trovato un’altra soluzione. Certo, fu un errore dell’ex leader di An preparargli una guerra interna per farlo cadere.
Il prezzo, però,lo ha pagato Fini. La scelta insensata di costruire Fli e di allearsi con Monti era una logica di sopravvivenza.
Per la casa di Montecarlo si arricchirono delatori senza scrupoli che diedero a Berlusconi il sangue che voleva. Inopportuno che fosse il fratello della compagna a fare l’affare ma Fini è una persona perbene.
Gianfranco non merita l’oblio. È ancora giovane, è stato un uomo di Stato autentico, può dare molto a un mondo di destra che deve accettare anche sensibilità culturali variegate. Vergognoso è che abbia dovuto aspettare un’eternità per vedere riconosciuta la sua Innocenza , che speriamo possa essere conclamata, a conferma che quel progetto di riforma della giustizia il centrodestra non lo ha saputo mai interpretare bene. Magari può servire per comprendere la necessità di una nuova giustizia autenticamente giusta.
*giornalista
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