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‘Ndrangheta, gli affari della cosca Carpino: dal Comune di Cerva ai tentacoli al Nord. La Dda chiude le indagini – NOMI

Aumenta il numero degli indagati rispetto all’inchiesta dello scorso settembre. Documentata l’esistenza della cosca di Petronà

Pubblicato il: 19/04/2024 – 17:04
‘Ndrangheta, gli affari della cosca Carpino: dal Comune di Cerva ai tentacoli al Nord. La Dda chiude le indagini – NOMI

CATANZARO Chiuse le indagini per le persone coinvolte nell’inchiesta “Karpanthos” condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro a settembre dello scorso anno. L’influenza sulle elezioni e sull’amministrazione comunale di Cerva e le ramificazioni al Nord. Erano queste alcune delle dinamiche criminali che muovevano la cosca Carpino di Petronà, colpita dall’operazione “Karpanthos” condotta dai carabinieri coordinati dalla Dda di Catanzaro. Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico mafioso, detenzione e porto abusivo di armi, traffico di stupefacenti, estorsione e intestazione fittizia di beni.

La cosca Carpino

L’indagine, secondo l’accusa, aveva permesso di documentare l’esistenza della cosca di ‘ndrangheta “Carpino” di Petronà, coinvolta negli anni duemila in una sanguinosa faida, operante nella Pre-Sila catanzarese e con ramificazioni in Liguria e Lombardia, nonché dell’alleato gruppo criminale di Cerva, detto dei Cervesi, con estensioni in Piemonte e Lombardia, entrambi ora ricadenti sotto l’influenza del locale di Mesoraca.

L’influenza sulle elezioni comunali di Cerva

Inoltre – rimarcano gli inquirenti – «l’attività investigativa ha fatto emergere lo scambio elettorale politico – mafioso e l’influenza del gruppo criminale di Cerva sulla locale amministrazione comunale in occasione delle elezioni del 2017, mediante il procacciamento di voti per alcuni degli indagati – all’epoca candidati ed eletti in quella tornata, poi riconfermati nelle consultazioni del 2022 – in cambio della promessa di denaro e di una percentuale sugli appalti pubblici. È altresì emersa la possibilità della cosca di Petronà di avere a disposizione entrature nella pubblica amministrazione. (Gi.Cu.)

I nomi

I sostituti procuratore Veronica Calcagno e Debora Rizza hanno chiuso le indagini nei confronti di:

  1. David Berlingieri;
  2. Giuseppe Bianco, “u Pilusu”;
  3. Raffaele Borelli;
  4. Carmine Brescia, “Carminuzzu Lava”;
  5. Vincenzo Bubbo;
  6. Vincenzo Caligiuri;
  7. Gianluca Canino;
  8. Edoardo Carpino;
  9. Salvatore Carpino;
  10. Leonardo Castagnino;
  11. Nicolina Cavarretta;
  12. Domenico Colosimo, alias “’Ndrina”;
  13. Simone Colosimo;
  14. Vincenzo Colosimo;
  15. Giuseppe Colosimo;
  16. Luca Costantino;
  17. Alessandro Cropanese;
  18. Lidio Elia;
  19. Martin Elia;
  20. Francesco Esposito, “Scilone”;
  21. Giuseppe Ferreri;
  22. Francesco Fico;
  23. Pasquale Fico;
  24. Pietro Fico, “Piero”;
  25. Claudio Gentile;
  26. Mario Gigliotti;
  27. Mario Griffo;
  28. Michele Griffo;
  29. Gianfranco Iervasi;
  30. Vincenzo Antonio Iervasi;
  31. Giuseppe Lavigna;
  32. Giovanni Lopreti;
  33. Luigina Marchio;
  34. Santo Marchio;
  35. Danilo Monti;
  36. Cirò Ranieri;
  37. Vincenzo Raffaele;
  38. Francesco Ribecco;
  39. Vincenzo Ribecco;
  40. Salvatore Rimedio;
  41. Fabrizio Rizzuti;
  42. Giovanni Rizzuti;
  43. Massimo Rizzuti;
  44. Giuseppe Rocca;
  45. Pietro Paolo Scalzi, “Piero” o “Rapino;
  46. Raffaele Scalzi;
  47. Tommaso Scalzi, “Masino”;
  48. Venanzio Scalzi;
  49. Antonio Scerbo;
  50. Rosario Severini;
  51. Vincenzo Sculco;
  52. Giuseppina Trovato;
  53. Beniamino Bianco;
  54. Angelo Elia;
  55. Giuditta Gaglione;
  56. Marcello Talarico;
  57. Francesco Procopio;
  58. Vincenzo Marchio “Cireneo”;
  59. Giovanni Sacco;
  60. Luigi Mannarino;
  61. Francesco Serrao;
  62. Giulietta Ascone;
  63. Luciano Ascone;
  64. Luca Contrastato;
  65. Mario Donato Ferrazzo;
  66. Pasquale Scorza;
  67. Giovanni Greco;
  68. Carmine Gigliotti;
  69. Filippo Campagna;
  70. Giovanni Antonio Evalto;
  71. Leonardo Zoffreo;
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