«L’apparato respiratorio è uno dei più nobili dell’organismo, la pneumologia è una branca che riguarda le patologie respiratorie (che rappresentano l’80% delle urgenze che arrivano in pronto soccorso), patologie sottostimate e sottoconsiderate prima dell’emergenza pandemica. Servono competenze specialistiche e oggi la consapevolezza nella prevenzione è aumentata, anche presso i medici di medicina generale: l’obiettivo è la diagnosi precoce, non solo in campo oncologico». Così Giusy Marrazzo, dottoressa dell’Unità operativa complessa (Uoc) Pneumologia Azienda ospedaliera Renato Dulbecco, nell’approfondimento Salute e Sanità su L’altro Corriere tv (canale 75) condotto da Danilo Monteleone.
Nei giorni scorsi si è parlato della metodologia interventistica innovativa sull’enfisema polmonare bolloso, una patologia con un’incidenza importantissima essendo collegata al fumo di sigaretta (200milioni di over 40 a livello mondiale), con la dispnea come sintomo più evidente: difficoltà a respirare sotto sforzo, in aumento progressivo, il cosiddetto “fiato corto”. Nei casi più severi, nei centri pneumologici si possono posizionare – per via endoscopica – valvole endobronchiali che agiscono sul lobo polmonare più intaccato dall’enfisema. A Catanzaro si realizza per la prima volta a livello regionale questo intervento aggiuntivo rispetto alla terapia, con la collaborazione degli anestesisti e il ruolo importante da supervisor del dottor Giuseppe Failla dell’ospedale Civico di Palermo («il percorso è iniziato lì, dove io implemento le skill broncologiche» spiega Marrazzo); il costo delle valvole è abbastanza elevato ma il recente risultato su un paziente di 50 anni è stato ottimo: oltre alla sua qualità di vita, ne gioverà anche il sistema sanitario perché di certo ci saranno meno acutizzazioni e dunque meno accessi in pronto soccorso.
«Ancora non c’è un’evidenza numerica della casistica, ma ora che i calabresi non dovranno più curarsi in strutture del centro-nord noi potremo avere una mappatura, benché la selezione del paziente sia molto complessa: la patologia deve avere dei “criteri” da rispettare», spiega Marrazzo.
«L’Azienda ospedaliero universitaria Dulbecco dà una percezione positiva, vuole crescere e si sta organizzando per offrire un servizio sanitario di qualità. Le due realtà stanno operando bene in maniera integrata e hanno bisogno l’uno dell’altra: l’ospedale in termini di ricerca scientifica e l’università in ottica di reclutamento di medici», aggiunge Giusy Marrazzo, e nel caso dell’intervento di fine marzo «la struttura di Catanzaro ha risposto benissimo: ci siamo organizzati in maniera ottimale, per essere la prima volta… Penso che facendo rete e sfruttando l’integrazione ospedale-università si possono realizzare buoni progetti sanitari, sono assolutamente fiduciosa nell’azienda Dulbecco e nelle capacità del sistema calabrese, basta voler costruire i percorsi con le competenze adeguate. Lavorare in Calabria non è semplice ma dobbiamo puntare a raggiungere un livello elevato, ce lo meritiamo, le possibilità ci sono».
Dalla Pneumologia porta la sua testimonianza anche il professor Girolamo Pelaia, che dirige l’Uoc stessa: «E’ un percorso iniziato una quarantina di anni fa con il nostro eccellente maestro Serafino Marsico e la prima divisione clinica del nostro ateneo, nel gennaio 1985 ero con lui da studente prossimo alla laurea; adesso questo intervento non invasivo della equipe guidata dalla dottoressa Marrazzo è un passo avanti oltre che una straordinaria possibilità terapeutica per i nostri numerosi pazienti: una perla preziosissima che aggiungiamo a una collana di altissimo valore. I risultati di quell’intervento sono stati molto efficaci tanto che, già alcuni giorni dopo, l’esame funzionale dell’apparato respiratorio del paziente evidenziava un notevole miglioramento, e lo stesso paziente ha superato il test della passeggiata per sei minuti. Il merito è anche di un lavoro di equipe in un contesto che vede la Pneumologia di Catanzaro come riferimento regionale, con alte specializzazioni anche in altri settori: penso al riconoscimento, nel 2019, di primo centro nazionale per l’asma grave o alle collaborazioni con Oxford per quanto riguarda la ricerca scientifica e tecnologica, con pubblicazioni su tutte le riviste internazionali, le ultime due proprio nel 2024».
Anche secondo Pelaia «con il Covid, alla pneumologia è stato riconosciuto anche mediaticamente quel ruolo primario che già le spettava per essere legata a un apparato importante come quello respiratorio, decisivo nell’incidenza delle malattie al pari di quelle oncologiche e cardiovascolari». (redazione@corrierecal.it)
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