VERONA I 98 sindaci della Provincia scaligera, guidati dal primo cittadino di Verona, Damiano Tommasi, insieme ad Avviso pubblico hanno sottoscritto una lettera che chiede il distacco presso la Procura della Repubblica di Verona di un magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) della Procura della Repubblica presso il tribunale di Venezia e l’istituzione di una sezione operativa della Direzione Investigativa Antimafia. Un allarme lanciato per il rischio di infiltrazioni mafiose nel territorio veronese che appare sempre più concreto alla luce delle 22 interdittive antimafia emesse dalla Prefettura negli ultimi 2 anni. Numerose poi le inchieste aperte: dalla presenza della cosca Arena Nicosia Grande Aracri – scrive il Fatto Quotidiano – alle infiltrazioni negli appalti dell’Ente Arena di Verona, dalla cellula del clan Di Cosola di Bari al processo Isola Scaligera, dall’operazione Taurus agli affari legati al turismo del Lago di Garda.
“Le relazioni semestrali della Direzione investigativa antimafia – ha dichiarato il sindaco – evidenziano da tempo come quello veronese sia un territorio in cui, unitamente alla mafia calabrese, operano anche altre organizzazioni di tipo mafioso, italiane e straniere, attive nel riciclaggio di denaro di provenienza illecita nell’economia locale, nello spaccio di droga e nello sfruttamento di persone per finalità sessuali e di lavoro”.
“Il diritto alla legalità non ha colore politico. La legalità non è di destra o di sinistra. La legalità non ha, e non deve avere, colore politico. E’ un diritto fondamentale dei cittadini, e chiunque è al governo di una comunità sa che assicurarne il rispetto è un suo compito, un suo dovere” ha detto Tommasi che nel municipio di Verona ha illustrato l’iniziativa assieme ad altri sindaci. “Un territorio come quello di Verona e della sua provincia, ricco, attrae affari, opere infrastrutturali, grandi eventi, e quindi anche la criminalità organizzata. Una necessità – è stato detto dai sindaci – avvertita ormai da anni, confermata dalle relazioni e dai dati della Direzione investigativa antimafia, e per la quale l’Amministrazione si è mossa fin da subito, coinvolgendo tutti i Comuni della Provincia per un’azione corale e condivisa”. “Il Veneto al pari di molte altre grandi regioni italiane ha estremo bisogno di utilizzare in maniera più diffusa degli strumenti normativi ed investigativi che solo la legislazione Antimafia mette a disposizione dei pubblici ministeri e della polizia giudiziaria. Questi strumenti da noi sono in mano di un nucleo troppo ristretto di Pm, peraltro con uffici nella sola sede di Venezia”, ha commentato il procuratore Raffaele Tito, che osserva: “Le “nuove mafie” o le mafie straniere, che imperversano nelle aree degradate delle città del Nord Italia, fondano la loro forza su vincoli familiari o regionali della terra di provenienza, e agiscono in maniera diversa rispetto alle mafie tradizionali che insistono da secoli sul territorio del Sud Italia. Ma anche queste ultime si sono adeguate ai tempi e bisogna prenderne atto. Verona, per quanto attiene il contrasto della delinquenza organizzata, è a livello nazionale decisamente sottovalutata: vi è scarsità di mezzi e soprattutto di uomini in tutte le strutture investigative e giudiziarie“.
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