La soppressata «appicata» in cantina, la quadàra al ristorante quando è tempo di frittole, la scirubbetta preparata con la neve del freddissimo inverno canadese che tarda a finire, perché «è ciotarìaddru s’aprile!». Da Toronto Tony e Lucy, alle soglie del loro cinquantesimo anno di matrimonio e felicemente nonni, ricostruiscono i pezzi del loro piccolo mondo lasciato in Calabria e lo condividono sugli account Tik Tok (87 mila seguaci) e Instagram (quasi diciassettemila). La porta si apre e attraverso i social entriamo in casa, tra il candore di marmi e colonne, tipici delle sontuose ville degli emigrati, ci sono le tracce di una calabresità a cui sono rimasti tenacemente avvinghiati. Il segreto del loro successo sta tutto nell’autenticità con cui si mostrano, nell’intarsio di dialetto calabrese slang americano, in cui «benedica!» e «manch’i cani!» convivono perfettamente con “great” e “good job!”.
Ideatrice e “regista” è Lucia, che è originaria di Mendicino: boccoli biondi, forme mediterranee, sorriso aperto e sincero, fan di Gigi D’Alessio e indossatrice di abiti da cerimonia in stile curvy. Perfetta quando si rivolge ai suoi follower americani, ma molto efficace quando condivide momenti di una quotidianità di coppia allegra e verace. Tony, baffo identitario e modi gentili da uomo d’altri tempi (porta tutte le mattine la colazione alla moglie, spesso anche fiori e regali) ogni tanto inciampa nelle traduzioni ma, come ogni emigrato di lungo corso, il suo dialetto calabrese ha conservato termini e modi di dire ormai sempre meno utilizzati.
Nell’orto dietro casa coltiva i peperoncini che – as usual – sulla tavola non devono mancare mai, «quelli piccanti li riconosci perché sono rossi da capo a pede» cispiega Tony. In cucina le polpette di carne con aglio e prezzemolo sono pronte per saltare in padella, intorno amici e parenti con cui condividono le feste mantenendo inalterate le tradizioni gastronomiche della loro terra. Dai cuddrurìaddri a Natale, alla salsa di pomodoro preparata in giardino (il procedimento? «i spaccamu, i vuddrimu, i macinamu e inchimu i buccacci»), dal “maiale” a febbraio, ai cuculi pasquali (“look at this beautiful cuddrùra!), fino al rotolo con la rosamarina di Amantea. La cantina è «la stanza dei miei gioielli» spiega Antonio Pasqua, ormai Tony per tutti. Il tesoro è un arsenale di salsicce, soppressate e capicolli appesi alle corde. Preparati in casa con amici e parenti, seguendo tecniche e riti appresi fin da bambini nella loro amata Calabria.
«Io a sira sira ci parru curi supressate», dice, redarguendo la moglie quando si avvicina troppo ai salumi per mostrarli alla telecamera, Lucia ride, «Don’t worry che non te li tocco, cumu si geloso!». Nelle foto e nei video mostrano la loro vita di pensionati gaudenti: felici a tavola col sottofondo di tarantella, sorridenti in partenza per la crociera o su una spiaggia caraibica ma il pensiero di Tony è rivolto sempre verso altre destinazioni, perché il desiderio è quello di ritrovare i posti del cuore: «Prepara la tovaglia – dice, e il calabrese doc saprà che si tratta del telo mare – che quest’estate ce ne andiamo ad Amantea».
Adesso fervono i preparativi per festeggiare le nozze d’oro, rigorosamente in Italia insieme ai parenti che li aspettano in Calabria: addobbi, torte, palloncini e tanti messaggi d’affetto da parte dei calabresi che attraverso i social li seguono da tutto il mondo.
– Toni’, i nostri follower vogliono farti una domanda: tu hai viaggiato tanto, ma qual è il tuo posto preferito?
«Luci’ il mio posto preferito è Mendicino, il paese mio. Soprattutto sotto l’orologio. Cosa può esserci di meglio?».
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