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Internal Care Unit: la “rivoluzione” nell’assistenza sanitaria per la riduzione della mortalità

La struttura nell’ospedale di Lamezia Terme possiede tutti i requisiti strutturali tipici dei reparti ad alta intensità

Pubblicato il: 22/04/2024 – 11:46
Internal Care Unit: la “rivoluzione” nell’assistenza sanitaria per la riduzione della mortalità

La ICU (Internal Care Unit) è una struttura assistenziale di elevata intensità della Struttura Complessa di Medicina Interna dell’Ospedale di Lamezia. La Medicina Interna gestisce in Italia il 25% di pazienti complessi con multipatologie, pazienti che anche per la più alta età sono caratterizzati da patologie più evolute con interessamento multiorgano. Questi pazienti, che in passato afferivano nei reparti intensivi, trovano una collocazione naturale all’interno dei reparti di specialità internistica dove la competenza specialistica è tipica del percorso formativo universitario. Le situazioni cliniche più comuni di questo setting assistenziale sono il coma metabolico, le alterazioni dell’equilibrio acido-base complesse, la encefalopatia epatica, lo scompenso cardiaco IV classe NYHA, la sepsi, l’ictus cerebrale, la insufficienza respiratoria. La struttura possiede tutti i requisiti strutturali tipici dei reparti ad alta intensità come la pressione negativa, il monitoraggio continuo dei parametri vitali, la ventilazione meccanica, la espansione polmonare assistita, sistemi di infusione farmacologica continua, sistemi di assistenza antidecubito avanzati, la mobilizzazione passiva, superfici elettrostatiche e tutti gli strumenti diagnostici di supporto sia ecografici che emogasaalitici. La struttura ha anche sviluppato un software di sicurezza del percorso informatizzato del farmaco di cui la struttura ha la proprietà intellettuale. Un investimento che assicura una assistenza sanitaria puntuale e consente di ridurre la mortalità di questi pazienti in modo significativo. Il Direttore della Struttura Prof. Gerardo Mancuso e Vicepresidente della Società Italiana di Medicina Interna ha voluto fortemente la struttura con queste specifiche caratteristiche e con il Consiglio Direttivo si è speso al Ministero della Salute per un riconoscimento e per l’attribuzione di un codice di identificazione assistenziale ospedaliero specifico, “codice 94”. La tipologia di questa struttura sarà replicata negli Hub e Spock degli ospedali italiani. Queste strutture consentiranno di migliorare l’assistenza di questi pazienti, di ridurre la pressione sulle terapie intensive e di ridurre i costi ospedalieri di assistenza. La struttura è oggetto di una tesi sperimentale che sarà discussa il prossimo mese di maggio presso la Scuola di Socializzazione in Medicina Interna dell’Università di Catanzaro dalla Dottoressa Cristaudo.

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