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L’ex impero di Rocco Musolino, il “re della montagna” dal patrimonio (confiscato) di oltre 150 milioni

Da Santo Stefano d’Aspromonte un potere a tutto campo favorito dai legami con i clan di ‘ndrangheta. Dopo la sua morte la fine di un impero

Pubblicato il: 22/04/2024 – 6:35
di Mariateresa Ripolo
L’ex impero di Rocco Musolino, il “re della montagna” dal patrimonio (confiscato) di oltre 150 milioni

REGGIO CALABRIA Fabbricati, appartamenti, villette, autorimesse, magazzini, terreni per un’estensione complessiva di oltre 800 ettari, conti correnti, polizze assicurative e depositi titoli: un impero da oltre 150 milioni di euro che si estendeva in tutta la provincia di Reggio Calabria e raggiungeva la Capitale con un costoso appartamento in Piazza dei Re di Roma. Un “tesoro” che era valso a Rocco Musolino, classe 1927, il soprannome di “re della montagna”. Dal piccolo centro reggino di Santo Stefano d’Aspromonte era riuscito a scalare la vetta diventando l’imprenditore di riferimento nel settore boschivo, attività divenuta così redditizia grazie ai legami che Musolino era riuscito a intrecciare con la ‘ndrangheta. E proprio per quei legami l’imprenditore verrà processato, ma mai condannato in modo definitivo. Il sequestro preventivo dei suoi beni verrà disposto nel 2013, pochi mesi prima della sua morte, quello definitivo nel 2018 con la decisione della Cassazione che ha confermato la confisca. Il presunto boss morirà a 88 anni il 12 giugno 2015 lasciando dietro di sé un vastissimo patrimonio, frutto di anni di illeciti, che adesso è proprietà dello Stato.

Rocco Musolino

Le indagini dopo l’attentato

Scatta nella mattinata del 29 marzo 2013 il sequestro preventivo dell’impero di Musolino. Il personale del Centro Operativo della DIA ed i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria metteranno i sigilli a conti correnti e beni mobili e immobili per un valore di oltre 150 milioni di euro. Un risultato che arriva dopo approfondite indagini a seguito dell’attentato subìto dal “re della montagna” nel 2008. È la mattina del 23 luglio, Musolino, in auto con il suo autista, poco prima delle undici viene raggiunto da due colpi di fucile nei pressi di Villa San Giovanni. Quel giorno, il presunto boss era armato, con il colpo in canna e munito di due caricatori. Circostanze, a cui racconterà, era abituato.

Un potere a tutto campo

Dall’attività di indagine emerse che Musolino aveva «esercitato la propria attività sfruttando i legami con la ‘ndrangheta, che gli hanno consentito di operare ed agire, fino a raggiungere una posizione di sostanziale monopolio, con modalità di sopraffazione e intimidazione tipiche dell’impresa mafiosa, nonché sfruttando le cointeressenze in tutti gli altri settori del mondo politico, economico ed istituzionale». Un potere a tutto campo che da Santo Stefano d’Aspromonte, comune di cui era stato addirittura sindaco, si era allargato in tutta la provincia reggina, andando anche oltre. Furono diversi i collaboratori di giustizia lo indicarono come personaggio di estrema importanza, addirittura con funzioni di vertice, legato alla cosca Serraino: «…il suo grado – riferì il collaboratore di giustizia Filippo Barreca – all’interno della ‘ndrangheta è elevatissimo, più di “vangelo”, e questo grado di mafia cumula con quello di massone». Ma Musolino aveva saputo coltivare rapporti e legami con le famiglie di ‘ndrangheta più potenti: dai Nirta ai Condello, passando per gli Alvaro, fino ai Libri e De Stefano. Per dirne alcuni. Un potere che si sgretolerà completamente dopo la sua morte.

La fine di un impero

A Reggio Calabria la nuova sede dell’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati

Oggi le proprietà di Musolino appartengono allo Stato. Lo scorso 18 aprile, alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, proprio in un immobile confiscato a Musolino nel centro storico di Reggio Calabria è stata inaugurata la nuova sede dell’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati, in cui sono stati eseguiti lavori di “manutenzione straordinaria” per oltre 800 mila euro.

La nuova stazione dei carabinieri a Santo Stefano d’Aspromonte (RC)

A Santo Stefano D’Aspromonte nel pomeriggio verrà inaugurata la nuova stazione dei carabinieri in uno stabile assegnato dall’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati, nel maggio del 2019, all’Arma dei Carabinieri, che ha provveduto a riqualificarlo e ad adeguarlo alle esigenze operative e di sicurezza. Una nuova vita per le proprietà all’ex “re della montagna”. La fine di un impero. (m.ripolo@corrierecal.it)

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