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Sanità, Cgil: «La Regione Calabria attivi i tavoli o si andrà alla mobilitazione»

L’affondo del sindacato. «Impegni della giunta disattesi, la situazione peggiora»

Pubblicato il: 23/04/2024 – 10:47
Sanità, Cgil: «La Regione Calabria attivi i tavoli o si andrà alla mobilitazione»

CATANZARO «La Cgil ha legato il tema della difesa e del rilancio del Servizio sanitario nazionale, del diritto alla salute e delle tutele ai non autosufficienti a quello della cosiddetta autonomia differenziata e dello stravolgimento della Repubblica parlamentare. Per questo abbiamo intrapreso un percorso di mobilitazione con il coinvolgimento dei lavoratori, dei cittadini e delle associazioni proprio a difesa del diritto al lavoro, all’istruzione, alla salute, all’assistenza ai non autosufficienti, iniziato a giugno dello scorso anno con la manifestazione in difesa della sanità pubblica, proseguito sabato scorso con la manifestazione nazionale a Roma su “Salute e Sicurezza, diritto alla cura e sanità pubblica” e che continuerà con la prossima manifestazione a Napoli il 25 maggio». E’ quanto affermano, in una dichiarazione congiunta il segretario generale regionale della Cgil, Angelo Sposato, Alessandra Baldari (segretaria generale Fp Calabria), Carmelo Gullì, (segretario Generale Spi Calabria) e Francesco Masotti (Fp Cgil Medici Calabria). «Sul Ssn si è scatenata la “tempesta perfetta” – aggiungono – e i “segnal” del suo graduale ma inarrestabile declino sono tanti: il persistente definanziamento (37 miliardi di euro di tagli negli ultimi 10 anni), le disuguaglianze e le divisioni create da 20 diversi sistemi sanitari regionali, il crescente invecchiamento della popolazione e la riduzione progressiva del personale per la fuoriuscita anticipata di decine di migliaia di medici e operatori sanitari, con la difficoltà, quindi, di riuscire a tenere aperti i reparti ospedalieri o di assicurare l’assistenza di base ai cittadini. Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale sulla salute, nei prossimi dieci anni il Ssn si troverà con circa il 25% di personale in meno e a niente servirà “importare” medici stranieri o richiamare in servizio medici in pensione. Una nota a parte merita la grave situazione della Calabria che, già a distanza di dieci anni dalla regionalizzazione della sua sanità, è piombata all’interno di un pesantissimo piano di rientro, con ricadute negative in termini di blocco delle assunzioni e di mancate risposte ai bisogni di salute dei cittadini». «Ad oggi – sostengono i vertici delle categorie di settore della Cgil Calabria – siamo all’attuazione del quinto Programma operativo senza alcun risultato concreto: livelli essenziali di assistenza sotto la soglia della sufficienza e una migrazione sanitaria che mette in serie difficoltà i cittadini e svuota le casse regionali. Situazione che, negli ultimi quattro anni e mezzo di guida della Regione da parte del centrodestra calabrese, è peggiorata. Lo attestano i cittadini che chiedono assistenza e cure ed è certificato dal sistema di monitoraggio dei Lea dall’Agenas e da organismi indipendenti come la Fondazione Gimbe. E, intanto, la Calabria continua a non spendere per garantire l’assistenza sanitaria ai suoi cittadini. Rilanciamo con forza l’impegno assunto dalla presidenza di Giunta regionale, ad oggi disatteso, ad attivare tavoli di confronto continuo di livello regionale prima e delle Aziende sanitarie provinciali a seguire in cui operare la contrattazione socio-sanitaria territoriale, quale aspetto di fondamentale importanza nel complesso lavoro di riorganizzazione del Ssr. Se l’impegno assunto non sarà rispettato mobiliteremo lavoratori e i cittadini a difesa e tutela del diritto a curarsi ed essere assistiti nel territorio».

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