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Precari, prosegue lo svuotamento del bacino regionale. Calabrese: «Daremo risposte a tutti»

Oggi 51 stagisti ex legge 28 contrattualizzati con Azienda Calabria Lavoro. L’assessore: «Per i tirocinanti siamo impegnati insieme al governo»

Pubblicato il: 24/04/2024 – 14:07
Precari, prosegue lo svuotamento del bacino regionale. Calabrese: «Daremo risposte a tutti»

CATANZARO «In Calabria spesso la politica ha pensato di risolvere il problema creando precari, noi invece facciamo politica risolvendo il problema del precariato dando stabilità possibilmente a tutti». Lo ha detto l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Calabrese, che oggi ha presieduto alla firma del contratto con Azienda Calabria Lavoro di 51 ex borsisti/stagisti ex legge 28, dopo 15 anni di precariato. Per Calabrese si tratta di «un momento importante per i 51 precari e per la Regione Calabria. Stiamo lavorando con il presidente Occhiuto e con il governo regionale, per ridurre piano piano il precariato della pubblica amministrazione della Regione Calabria. Oggi finalmente, dopo 15 anni, il bacino degli stragisti e borsisti raggiunge l’obiettivo della stabilizzazione a tempo indeterminato. Grazie all’impegno dei vari dipartimenti della Regione Calabria, dal Dipartimento del Lavoro, al Bilancio e al Segretariato, grazie al commissario di Azienda Calabria Lavoro, Latella, raggiungiamo oggi questo risultato che ci porterà da qui a qualche settimana a raggiungere un altro obiettivo importante, l’istituzione dell’Agenzia regionale per il lavoro-Arpal, istituita dalla legge regionale 25 del giugno del 2024 che piano piano ci sta consentendo di raggiungere risultati nelle politiche attive del lavoro, di ridurre il precariato e soprattutto di dare risposte ai calabresi».

Il capitolo tirocinanti

Capitolo tirocinanti di inclusione sociale-Tis, una vertenza ancora da risolvere. «Stiamo lavorando, ci sono state – ha osservato Calabrese –  scelte sbagliate fatte dalla politica in passato perché è inaccettabile pensare che ci siano oggi 4mila lavoratori all’interno della pubblica amministrazione con un contratto di tirocinio in inclusione sociale. Tra l’altro il tirocinio anche per definizione dovrebbe durare uno o due anni, non è possibile che duri da oltre un decennio. Anche qui stiamo lavorando con i dipartimenti regionali, con il ministero, con il governo per trovare delle soluzioni. Diversamente dal passato, il governo nazionale e questo governo regionale stanno iniziando a dare risposte. Ci sono oggi due leggi che consentono la stabilizzazione interno agli enti locali. C’è uno stanziamento iniziale di 5 milioni di euro, ci sono altre soluzioni tipo l’assegno di inclusione sociale e stiamo ragionando con il ministero della Funzione Pubblica e il Ministero del Lavoro per cercare di ridurre questo bacino e piano piano dare risposta e stabilità a questi lavoratori». Calabrese ha riferito che «con i sindacati ci siamo confrontati ieri, con loro il nostro assessorato ha un tavolo permanente su tutte le varie criticità, in particolar modo sul bacino dei Tis. Noi vogliamo una risposta in base a quello che abbiamo. Siamo abituati a non illudere nessuno, siamo abituati a dire le cose come stanno. Non bastano quelle risorse, anzi sono pochissime rispetto a quello che serve, ma – ha aggiunto l’assessore regionale al Lavoro – i precari non ci sono solamente in Calabria, ci sono in Sicilia, ci sono in Campania, ci sono in Basilicata».

Il tema delle risorse

Per Calabrese «purtroppo è un fenomeno sbagliato che esiste nel Sud Italia, quello del precariato della pubblica amministrazione, ma piano piano stiamo cercando di risolverlo. Non lo possiamo fare col bilancio regionale: in passato è stato fatto, ma oggi c’è un bilancio regionale ingessato e soprattutto ci sono 37 milioni storicizzati per i lavoratori di pubblica utilità e socialmente utili che lavorano negli enti locali. Noi dobbiamo dare risposte a tutti, ma dobbiamo pensare anche a dare risposte a quelli che prima lavorano in Regione Calabria come questo bacino della legge 28. In Calabria spesso la politica ha pensato di risolvere il problema creando precari, noi invece facciamo politica risolvendo il problema del precariato dando stabilità possibilmente a tutti».

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