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l’angolo della memoria

Mattarella e la Calabria /1. «Lo Stato non è lontano, ma la rimonta dipende anzitutto dai calabresi»

Il presidente della Repubblica il 30 aprile torna nella nostra regione. Ecco il suo messaggio all’inaugurazione della Cittadella nel gennaio 2016

Pubblicato il: 26/04/2024 – 13:15
Mattarella e la Calabria /1. «Lo Stato non è lontano, ma la rimonta dipende anzitutto dai calabresi»

LAMEZIA TERME «La Calabria non è sola. Lo Stato non è lontano. La Calabria è parte integrante e inseparabile della vita dell’Italia e la coinvolge» ma «non basta attendere interventi dall’alto o dall’esterno», perché «la rimonta della Calabria dipende anzitutto dai calabresi». E’ il 29 gennaio 2016, quando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella pronuncia queste parole dal nuovo palazzo della Regione a Catanzaro. Mattarella il prossimo 30 aprile torna in Calabria per una visita ad alcune innovative realtà produttive in provincia di Cosenza. L’occasione per riannodare il filo della memoria e riallacciarlo con le tante altre visite che il presidente della Repubblica ha dedicato alla Calabria, a testimonianza di un’attenzione e di una vicinanza non formale ma sostanziale. Un abbraccio, quello di Mattarella che diventa un patto d’amore con la Calabria ma è anche uno sprone. E l’attualità delle sue parole, come emerge dal suo intervento alla cerimonia di inaugurazione della “Cittadella”, la nuova sede della Regione a Catanzaro: dalla lotta alla ‘ndrangheta alla valorizzazione delle tante straordinarie ricchezze della Calabria, quel giorno Mattarella accarezza ma stimola anche i calabresi a diventare artefici del proprio destino.

L’arrivo di Mattarella in Cittadella

L’inaugurazione della Cittadella

Quel giorno di 8 anni fa ad accogliere Mattarella, tra gli altri, come rappresentanti istituzionali del territorio, l’allora presidente della Regione Mario Oliverio e l’allora sindaco di Catanzaro Sergio Abramo. «Sono lieto – esordiva il Capo dello Stato – di essere con voi all’inaugurazione della Cittadella regionale.  È una visita breve, di poche ore, ma è la prima visita, nel corso del mio mandato, ad una sede di Regione. La Cittadella rappresenta per la Calabria un traguardo e, al tempo stesso, un punto di partenza. Questo complesso, ampio e moderno, ben disegnato dall’Architetto Portoghesi, è il compimento di un progetto a lungo coltivato da giunte di diverso orientamento politico, per il quale sono stati necessari investimenti cospicui e tanto lavoro. Mi auguro ora che il risultato raggiunto diventi un elemento di coesione, e che ci sia una ricaduta di fiducia anche nel confronto politico, stimolando l’azione legislativa e di governo regionale, rafforzando il legame cittadini e istituzioni, e consentendo ai protagonisti di riconoscere sempre, anche nella competizione tra idee e proposte diverse, ciò che attiene al bene comune e agli interessi primari della società calabrese. La piena operatività di questa struttura, oltre a dare vantaggi alla città di Catanzaro, consentirà maggiore vicinanza, e dunque un più agevole coordinamento, tra i vari settori dell’amministrazione regionale, nella previsione che ciò comporti una migliore efficienza degli uffici e dei servizi. La cerimonia odierna – ripeto – non è un punto conclusivo. Il nuovo inizio rimanda a una responsabilità collettiva, a un impegno di rinnovamento della macchina pubblica, a un’ambizione più alta negli stessi contenuti della sua azione. Il regionalismo – spiegava Sergio Mattarella – ha rappresentato una tappa importante nella storia italiana: a 46 anni dall’avvio dell’attuazione della Costituzione, in presenza di significative riscritture in corso della Carta, è giusto riflettere su ruolo e responsabilità di questa esperienza. Dobbiamo saper cogliere questa occasione perché un cambiamento positivo raggiunga i cittadini, le imprese, le comunità locali, e perché, dopo questi duri anni di crisi economica e finanziaria, si avvii finalmente, con successo, in tutto il Paese, una stagione di sviluppo. Uno sviluppo durevole, sostenibile e promotore di coesione sociale».

La sfida della Calabria

«Una sfida tanto più da raccogliere in questa terra di Calabria, segnata da fenomeni endemici che ne hanno rallentato la capacità di competere», sottolineerà Mattarella. Aggiungendo: «La sfera pubblica viene indicata spesso, da opinioni presenti fra i nostri concittadini, come elemento frenante. Su di essa sembra gravare un pregiudizio negativo. Eppure l’efficacia della sua azione è premessa ineludibile ad ogni progresso. L’azione pubblica va migliorata, resa più moderna e più veloce. Chi assume una responsabilità pubblica deve svolgere il proprio compito con onore e dedizione, a servizio della società. La stessa politica, spesso, non riesce a sottrarsi alla logica degli interessi particolari, quando si appiattisce su una mera e conservatrice riproduzione del consenso – toccando talvolta quella zona grigia che non distingue legalità da illegalità – nell’illusione di preservare sé stessa mentre la comunità circostante non riesce a trarre concreti benefici. La Calabria, il Meridione, e l’Italia, meritano che la giornata di oggi segni la volontà di una ripartenza. La piena dignità della cosa pubblica – sosteneva quindi il presidente della Repubblica – è la premessa per il risanamento delle piaghe e per la ripresa. Conferire dignità alla cosa pubblica, e alla politica, è oggi essenziale per mettere in moto uno sviluppo innovativo. Le forze del mercato, da sole, non potranno mai colmare il gap accumulato, né creare vantaggi in ambiti strategici oggi privi di risorse e di premesse basilari. Le forze del mercato vanno sostenute, stimolate, orientate verso la crescita economica ed occupazionale che l’azione pubblica deve promuovere; con scelte lungimiranti, con investimenti coraggiosi, con una condotta sobria e trasparente, con regole essenziali. Governare bene è possibile ed è decisivo per dare futuro a una comunità, a un territorio, alle forze migliori che la società esprime. Esigenza tanto più forte nel Mezzogiorno della nostra Italia. Il nostro destino non può essere quello di un Paese diviso e sempre più diseguale. Non è accettabile che crescano le distanze in termini di lavoro, di opportunità, di risorse disponibili, di concreto esercizio dei diritti, di investimenti».

L’intervento di Mattarella

L’unità del Paese

Il concetto dell’Italia “una e indivisibile” è una bussola, per Mattarella, per questo l’intervento di 8 anni fa alla “Cittadella” è un filo rosso che arriva fino ai giorni nostri. «L’Italia – rimarcava il presidente della Repubblica – ha bisogno dello sviluppo del Sud. Non ci sarà crescita piena, neppure nelle Regioni più forti, senza una crescita del Meridione. L’unità del Paese è indispensabile per superare le nostre fragilità, per la nostra uscita dalla crisi, per il rilancio dell’economia, per consentirci di giocare un ruolo effettivo in Europa. Perché si innesti la dinamica di uno sviluppo innovativo tutti devono fare la loro parte. Devono farlo anche le regioni del Sud. Non basta attendere interventi dall’alto o dall’esterno. Non basta reclamare inadempienze storiche, anche se queste non vanno, certo, dimenticate. Certo occorrono politiche nazionali e europee orientate allo sviluppo. La rimonta della Calabria dipende anzitutto dai calabresi, così come per ciascuna delle Regioni meridionali. E’ una responsabilità che la politica regionale deve saper assumere e trasmettere. Il linguaggio della verità è la premessa di una riscossa, che può avvenire soltanto attraverso una partecipazione attiva dei cittadini, delle forze sociali, della società civile. Creare nel Paese il lavoro che manca è la prima delle priorità. Dare un futuro ai giovani, in Calabria come in Italia, è condizione della tenuta stessa della nostra nazione. Ogni discorso sulla ripresa deve necessariamente affrontare questo nodo, il nodo dell’occupazione. Il contesto è particolarmente difficile, ma lo scoramento va combattuto con la serietà dei propositi e con la coerenza dei comportamenti, perché riuscirvi è possibile». Per Mattarella «la realtà del Mezzogiorno offre numerose leve ed energie civiche, che possono generare percorsi virtuosi. Pur in presenza di dati economici certamente non incoraggianti relativi ai livelli occupazionali, alla scarsa presenza di donne e di giovani nel mondo del lavoro e all’andamento generale del Pil – tutti dati davvero scoraggianti – nel Meridione si registra però una crescita del numero delle imprese, una presenza significativa di aziende guidate da giovani, un risultato promettente del turismo e opportunità positive sulla nuova frontiera della green economy. La società contiene energie positive rilevanti: occorre dar loro modo e occasioni per esprimersi. La buona politica, insomma, ha molto da fare. E guai a nascondersi dietro vecchi alibi, funzionali al permanere dello status quo. Del resto, voi stessi alla Regione Calabria, in collaborazione con il governo nazionale e con l’Agenzia per la Coesione territoriale, siete riusciti in questi mesi ad adottare una serie di misure per accelerare l’utilizzo dei fondi europei destinati alle infrastrutture, alla ricerca, all’ambiente, all’inclusione sociale. E’ segno che si possono ottenere risultati e che si può invertire la rotta. L’Europa è un’opportunità di sviluppo, malgrado le difficoltà e le incertezze che sta attraversando. Il contrasto alla criminalità organizzata e la battaglia per l’affermazione della legalità restano pietre angolari di ogni progettualità politica».

La lotta alla ‘ndrangheta

Il “vulnus” della Calabria secondo Mattarella: «La presenza della ‘ndrangheta in questo territorio e la sua minacciosa pressione sulla vita pubblica – ricorderà il Capo dello Stato quel giorno di gennaio del 2016 – sono evidenziate dalla cronaca – non ultime le intimidazioni rivolte contro rappresentanti delle istituzioni a vari livelli, politici, giudiziari, di ordine pubblico, le minacce agli esponenti della stampa libera – e prima ancora queste pressioni indebite, pericolose, da respingere, sono percepite nelle comunità a cui viene impedita la libera e piena crescita economica e sociale. Al tempo stesso però vediamo sane reazioni al peso della malavita e del malaffare. Registriamo coraggiose ribellioni. Ricordava poco fa il sindaco la figura emblematica di Lea Garofalo. Sono tanti gli episodi che a loro volta alimentano il coraggio e la fiducia dei giovani. E’ stata positivamente contagiosa, per tutto il Paese, la voglia di giocare delle ragazze della squadra di calcio di Locri, nonostante oscuri condizionamenti. Questo moto di solidarietà, che si è manifestato per questo episodio da ogni parte del nostro Paese, va inteso come una scelta spontanea di condivisione nazionale. Del resto, la ‘ndrangheta è una minaccia per l’intero Paese, come dimostrano inchieste e processi in diverse Regioni italiane, e la sua sconfitta costituisce una esigenza e un obiettivo nazionali.  La Calabria non è sola. Lo Stato non è lontano. La Calabria è parte integrante e inseparabile della vita dell’Italia e la coinvolge. La questione della legalità, quindi, interpella e richiama la coscienza civile di tutte le istituzioni. Lo Stato è a fianco di chi lotta per estirpare la pianta malavitosa. Lo Stato ha i volti e l’animo dei magistrati e degli uomini delle forze dell’ordine, che ogni giorno combattono le infiltrazioni criminali, gli affari delle cosche, i traffici di stupefacenti, da loro gestiti, ormai, su scala internazionale, le estorsioni che contribuiscono invece a irrobustire la loro rete territoriale. I successi che forze di polizia e magistratura ottengono sono ossigeno per la società calabrese, che deve aver fiducia e saper reagire. Lo Stato ha il volto della vita di ogni giorno. Lo Stato siamo tutti noi. Ogni iniziativa volta a far crescere la cultura della legalità, a ridurre gli spazi dell’ambiguità e del losco compromesso, è uno spazio pubblico recuperato al bene comune. Un nuovo sviluppo può nascere soltanto dal riconoscimento che l’impegno per la legalità è un bene da condividere, è un patrimonio comune, che viene prima del legittimo contrasto tra opinioni diverse. Sconfiggere la ‘ndrangheta è possibile. E’ un dovere, che va posto in cima ad ogni programma di governo. E’ anche condizione per attrarre investimenti, per pensare programmi di medio e lungo termine, per allargare gli scambi, le relazioni, le potenzialità del proprio ambiente, per evitare che i giovani siano costretti a portare lontano dalla loro terra quel bagaglio di conoscenze, di cultura, di capacità, di speranza, che invece è tanto prezioso per il futuro della Calabria».

L’intervento di Mattarella

Le ricchezze della Calabria

Mattarella citerà poi le tante ricchezze della Calabria. «La cultura è una leva importante di sviluppo, è componente essenziale della qualità italiana, tanto apprezzata e richiesta nel mondo. La Calabria ha tradizioni culturali forti e antiche, e ha dato un contributo importante al pensiero, alla letteratura, alla scienza, come testimoniano tanti suoi figli illustri – senza tornare troppo indietro nel tempo – da Mattia Preti a Umberto Boccioni, da Corrado Alvaro a Leonida Repaci, da Francesco Cilea a Renato Dulbecco, e tanti figli illustri di questa terra che hanno arricchito la cultura e la scienza del nostro Paese. La cultura rappresenta elemento propulsore della crescita sociale: unisce la bellezza con la conoscenza, la storia con la progettualità. La cultura è condizione affinché i giovani possano raccogliere il testimone delle generazioni che li hanno preceduti e possano sentirsi protagonisti. La scuola e la formazione vanno seguite, con cura particolare, da chi governa la cosa pubblica. Occorre combattere la dispersione scolastica, dare prospettive alle eccellenze che si formano in Calabria e, al tempo stesso, aprire le scuole al mondo del lavoro: la risalita parte anche da qui. Riparte anche dall’ambiente, dal vostro meraviglioso territorio, che purtroppo ha sofferto speculazioni e incurie, oltre che, talvolta, il perverso connubio tra malaffare e cattiva amministrazione. Il dissesto idrogeologico è causa di un impoverimento di risorse e di rischi per le popolazioni. Intervenire per ridurlo è opera di grande valore sociale. Da questo impegno può nascere lavoro e i benefici ricadranno su ogni comparto della vita sociale. La Calabria ha grandi ricchezze naturali che vanno dal mare alle montagne: i calabresi devono riconquistarle appieno per offrirle a tutti coloro che vogliono ammirarle. D’altra parte, i tempi nuovi attribuiscono giustamente all’ambiente un valore sempre maggiore. Senza compatibilità ambientali non ci sarà vero sviluppo sostenibile e duraturo, mentre dalla bellezza e dalle energie proprie di un territorio possono scaturire molteplici vantaggi economici prima non considerati in misura adeguata». La chiusura è un auspicio ma anche un messaggio: «Il mio, in definitiva – anche soltanto concentrato in queste poche ore e in queste poche parole – vuole essere un augurio sincero. E un incoraggiamento. Vi sono problemi impegnativi da affrontare davanti a voi, affidati alle vostre responsabilità con l’aiuto dello Stato. Ma – concludeva Mattarella – se riusciremo a far esprimere e valorizzare le risorse morali e le energie civiche che qui sono presenti in larga misura, possiamo vincere la sfida più importante: dare un futuro, un futuro brillante, ai giovani della Calabria». (a. cant.) (Foto tratte dal sito ufficiale del Quirinale)

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