VIBO VALENTIA «Il Corpo dello Stato più amato dagli italiani ma allo stesso tempo il meno tutelato. Storie di Vigili del Fuoco, di donne e uomini continuamente impegnati nel soccorrere alluvionati, spegnere incendi, tutelare la popolazione, primi ad intervenire in caso di terremoti ed altre catastrofi ed emergenze. Elogiati dalle Istituzioni, dimenticati nel momento in cui bisogna risolvere le criticità che tormentano la categoria». Vitaliano Papillo, segretario provinciale della Cisal di Vibo Valentia spiega le ragioni della mobilitazione promossa dalla Segreteria generale Federdistat VV.F. Cisal per il prossimo 14 maggio in piazza Santi Apostoli a Roma. «Uno sciopero – spiega- a cui parteciperà anche una folta delegazione della Federdistat Cisal di Vibo, guidata dal segretario provinciale Salvatore Lucà, allo scopo di sensibilizzare la politica, facendo giungere direttamente al Governo e a tutte le forze parlamentari, il grido di malessere del personale dei Vigili del Fuoco».
«Una categoria – continua Papillo – che continua a fare i conti con disuguaglianze in campo previdenziale, valorizzazione delle carriere, rinnovo del contratto a cui si aggiunge un’atavica carenza di personale, peraltro aggravata dalle conseguenze dei mutamenti climatici che moltiplicano la frequenza e l’intensità degli interventi di soccorso ordinario. Una sofferenza nazionale e locale – sottolinea – che alle nostre latitudini è legata soprattutto alle piante organiche, sottodimensionate rispetto al territorio. Un problema serio che rischia di diventare insostenibile se guardiamo ai pensionamenti previsti nei prossimi anni. E poi c’è la questione legata ai mezzi non idonei e alle sedi, alcune delle quali desuete. A Serra San Bruno, tanto per citare un esempio, vi è un distaccamento che necessita di importanti lavori di ristrutturazione interni ed esterni così come i mezzi utilizzati, ormai obsoleti. Una sede in grosse difficoltà a causa di un cambio orario applicato al personale passato da H24 ad H12 che ha prodotto così un elevato numero di lavoratori pendolari chiamati a sobbarcarsi ulteriori spese derivanti dal raddoppio dei viaggi per coprire il turno di servizio diurno e notturno. Condizione che bisogna cambiare ripristinando l’orario sulle 24 ore. Insomma – chiosa Papillo – tutte situazioni non più tollerabili che diventano roventi, è proprio il caso di dirlo, nella stagione estiva quando il personale con grande sacrificio e senso di responsabilità è costretto, a causa del mai domo fenomeno degli incendi, a sopperire alle carenze facendo ricorso a estenuanti turni aggiuntivi mettendo a rischio la propria incolumità con l’unico scopo di garantire la tutela e la salvaguardia dei cittadini».
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