San Luca, Ammendolia a Bartolo: «La città ha bisogno di buona politica»

SAN LUCA «Caro sindaco, sai bene che considero San Luca una comunità che è anche mia. Ho detto San Luca ma intendevo riferirmi ogni paese della nostra Locride che porta le stimmate di una sofferenza antica resa sempre più acuta col passare del tempo». Con una lettera aperta, pubblicata sulla pagina social, lo scrittore e giornalista Ilario Ammendolia si rivolge al sindaco di San Luca, Bruno Bartolo. Una vicenda sollevata anche da Paride Leporace nella sua rubrica . «Più di mezzo secolo fa a Roma  – ricorda Ammendolia – eravamo in tanti nel corteo in cui campeggiava la scritta “San Luca non deve morire”. Purtroppo la cecità delle classi dirigenti regionali e nazionali ha fatto morire quella comunità coraggiosa e combattiva perché serviva loro un Paese da agitare come concentrato di ogni male. È successo a San Luca così come, pur se in diversa misura, è successo alla Locride e alla Calabria intera. Lo hanno fatto perché su tale paradigma falso sono state costruite carriere politiche, giudiziarie e prefettizie del tutto immeritate ma anche perché la mafia è stata l’alibi perfetto per non affrontare i drammatici problemi che uno “Stato” antimeridionale ha creato con la complicità della “nostra” (si fa per dire) classe dirigente. Un atteggiamento che troverà a giorni il suo coronamento con l’approvazione della autonomia differenziata».
«San Luca è uno snodo strategico – sottolinea ancora nel suo lungo post Ammendolia – dove si scontrano e si incontrano diverse correnti di pensiero. Per esempio c’è chi, senza dirlo, trova comodo ascrivere il sottosviluppo, la malasanità, la mafia e tutti i mali che affliggono la nostra terra ad una nostra presunta inferiorità genetica o addirittura ad una nostra tendenza criminale. Per esempio, tu ricordi, il giorno in cui un ministro è venuto a San Luca e non ha sentito il bisogno di incontrare te e tanto meno i cittadini. Perché? Perché ci considerano portatori di una colpa collettiva…».
«Ci vogliono catalogare come “cattivi” – scrive Ammendolia – per potersi collocare “loro” dalla parte dei buoni. La realtà è molto più complessa. Tu sai, caro Bruno, che nei momenti più bui della Locride, abbiamo acceso una debole fiaccola nel tentativo di far un po’ luce. Questo ci ha consentito di combattere autentiche battaglie di libertà, per il rispetto della dignità della persona, per il riscatto della nostra Terra».
«Ci ha consentito di essere a Polsi – ricorda ancora – all’indomani di Duisburg insieme al vescovo Bregantini e al rettore del Santuario,  in piazza in occasione in occasione dell’ultimo scioglimento del consiglio comunale a liste presentate, severamente critici quando le autorità sono venute in massa ad inaugurare il campo sportivo e non hanno sentito il bisogno di dar la parola ad un solo cittadino di San Luca. Presenti a San Luca e in tutta la Locride».
«Concludo, caro sindaco – scrive infine Ammendolia -. So che alcuni a San Luca non danno importanza alcuna alle elezioni, anzi vorrebbero trasformare la scadenza elettorale in una occasione per marcare la loro distanza dallo Stato. Una “rivolta” individuale.. e, secondo me, sbagliata. Credo invece che San Luca possa e debba eleggere un consiglio comunale forte, autorevole. Ribelle verso una politica ruffiana perché c’è una lotta da condurre e una storia da riscrivere. Infine, sapete perfettamente di poter contare su quella parte della Locride che, pur tra mille errori, non ha mai inteso chinare la testa. So che avete le forze, le energie e la passione per eleggere un consiglio comunale che sia all’altezza della sfida. Ne ha bisogno San Luca e l’intera Locride… e ne abbiamo un gran bisogno tutti noi. Con stima».