COSENZA Continua il lavoro prezioso di Saverio La Ruina e di Scena Verticale di scavo dentro le ferite aperte della Storia, sul fronte reale, concreto, delle Differenze (culturali, etniche, religiose, politiche) là dove il Mediterraneo restituisce corpi uccisi, nomi cancellati, storie non raccontate. L’artista ci presenta, in forma di work in progress, senza rinunciare all’ironia, l’incontro in un cimitero tra una vittima della migrazione clandestina (strage di Cutro) e una della shoah in una dimensione visionaria e surreale. Fin dal titolo, che evoca provincia (Crotone), il numero di morti (70), il sesso del protagonista (M) e la sua età (16 anni), La Ruina ci ricorda quanto è difficile l’esercizio della memoria storica, quanto è facile ricordare i vincitori, arduo dare una voce agli sconfitti. E lo fa con la grazia e la semplicità che hanno fatto di lui un protagonista della scena teatrale.
«Quando Luca Doninelli, grande romanziere e direttore del Teatro Oscar di Milano mi ha proposto di presentare qualcosa nella stagione del suo teatro non avevo nessun lavoro da far debuttare. Ma il suo entusiasmo mi ha contagiato e partendo da un abbozzo di idea ho sviluppato un lavoro ispirato alla strage dei migranti nel mare di Cutro», racconta La Ruina in un post fb. E aggiunge: «Da giovedì 2 a domenica 5 maggio al Teatro Oscar di Milano presenterò, insieme a Dario de Luca e Cecilia Foti, una prima fase di lavoro di una scrittura in fieri. Per chi è interessato, sarà come entrare nel vivo del processo di scrittura e delle prime suggestioni sceniche, quando le parole e le azioni cominciano a prendere forma».
x
x