CROTONE Mentre a Crotone si lotta per ottenere il rispetto del Paur e impedire lo smaltimento in città dei veleni presenti nell’area industriale, a Catanzaro la Regione approva un «adeguamento impiantistico per la realizzazione di un impianto di gassificazione da 25 tonnellate / giorno per trattare rifiuti organici pericolosi e non pericolosi, di un impianto di lavaggio contenitori vuoti in plastica utilizzati per il conferimento dei rifiuti sanitari mediante lavabidoni e per la realizzazione di baie di stoccaggio all’interno del fabbricato esistente e altre attività». L’impianto è ubicato in località Passovecchio dove, tra l’altro, ci sono attività commerciali per la vendita di prodotti alimentari. Siamo di fronte ad un nuovo colpo al sistema ambientale di Crotone, già messo alle corde da anni da 70 di attività industriali, che hanno riempito il territorio di veleni di ogni genere. Non è un caso che per la sua situazione ambientale precaria, Crotone è stata inserita, dal ministro dell’Ambiente, tra i siti di interesse nazionale.
Il via libera dato dalla Regione si aggiunge a quello del Comune e dalla Provincia di Crotone. Si tratta di un nuovo “servizio” che si aggiunge ad un impianto già esistente, che era stato autorizzato il 10 febbraio del 2010. Fa parte di un complesso che, tra l’altro, comprendeva anche un termovalorizzatore per la combustione di rifiuti ospedalieri. La parte relativa al termovalorizzatore, di recente, è stata acquistata dalla società A2A, che ha presentato un progetto di modifica urbanistica. Secondo quanto è stato possibile apprendere, le notizie in questo settore vengono date con il contagocce, A2A non avrebbe chiesto un ampliamento dell’impianto, che avrebbe già un’adeguata capacità “produttiva”. Sempre secondo le voci raccolte, il gruppo Vrenna, nella sua gestione, non avrebbe utilizzato il termovalorizzatore nella capacità massima autorizzata, cosa che invece vorrebbe fare la nuova proprietà. Quando questi impianti sono stati autorizzati dai tre enti locali (Regione, Comune e Provincia di Crotone) non c’era grande attenzione per le questioni ambientali. L’attenzione è cresciuta con l’aumento dei casi di tumore tra la popolazione di Crotone e la sua provincia e grazie al dibattito che si è aperto per la vicenda della bonifica. Per anni la gente di Crotone ha dato poca attenzione alle vicende ambientali. Se non fosse stato così non sarebbero passati 25 anni a discutere, senza avere individuato la giusta soluzione per effettuare l’intervento di bonifica. Oggi, l’attenzione c’è e la nuova autorizzazione approvato da Regione, Provincia comune di Crotone fa storcere il naso anche se, leggendo il procedimento pubblicato il 22 marzo scorso sul Burc si evince che tutto è stato fatto nel rispetto delle norme che regolano la materia. Tutto in linea con la legge, ma il nuovo e il resto dell’impianto autorizzato nel 2010 si trova a ridosso dell’area dove sono disseminati i veleni di 70 anni di industria chimica e metallurgica. (redazione@corrierecal.it)
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