Ultimo aggiornamento alle 16:39
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 8 minuti
Cambia colore:
 

il processo

Bergamini, Liliana Innamorato: «La glicoforina? Non è attendibile, anche se non l’ho mai utilizzata»

Le parole del medico legale della difesa: «Il calciatore era a terra vivo quando il camion è arrivato». Confronto in aula con Testi e Neri

Pubblicato il: 07/05/2024 – 19:12
di Francesco Veltri
Bergamini, Liliana Innamorato: «La glicoforina? Non è attendibile, anche se non l’ho mai utilizzata»

COSENZA Liliana Innamorato è medico legale e consulente della difesa nel processo Bergamini. È stata lei oggi ad essere ascoltata in aula nel dibattimento sulla morte dell’ex calciatore del Cosenza calcio. Una rapporto travagliato quello di Innamorato con l’unica imputata del processo per omicidio volontario in concorso Isabella Internò e in special modo suo marito Luciano Conte.
Ma andiamo per ordine. Il medico legale che nel 2017 ha partecipato alla riesumazione del cadavere di Bergamini, ha parlato innanzitutto della posizione del corpo del calciatore sulla strada di Roseto Capo Spulico in quel tragico 18 novembre 1989. «Dalle immagini – ha detto Innamorato – si vede il soggetto in posizione prona e si nota un’ampia gora ematica, questo significa che prima di essere investito dal camion Bergamini era vivo. Un soggetto già morto che subisce lesioni di quel genere, non perde tutto quel sangue».
Sulla prima autopsia effettuata dal professore Francesco Maria Avato nel 1990, Innamorato ha ricordato «che non risultavano lesioni alla lingua, la faringe era indenne, i polmoni erano asciutti e il cuore era vuoto. Tutti questi dati non indicano una morte asfittica. Sul lato destro – ha proseguito il teste di giornata – c’era un’ampia breccia di 25 centimetri in cui c’è un’infiltrazione di tessuti». L’intervento di Innamorato si è quindi soffermato sull’ipotesi asfissia meccanica violenta che avrebbe provocato la morte di Bergamini. «L’asfissia meccanica violenta – ha spiegato il medico legale – è un termine generico, dopo gli esami del 2017 non è stata descritta la modalità, si può quindi parlare di asfissia da soffocamento con le mani o con mezzo soft. Ma, sinceramente, chi è che si fa soffocare senza reagire? Se ci provassero con me io mi dimenerei. Bergamini era un calciatore, poteva reagire. Se penso per esempio a una sciarpa messa sulla bocca di un soggetto per soffocarlo, io troverò delle ecchimosi che Bergamini non aveva. Così come non ci sono segni di strozzamento o strangolamento. Stessa cosa se penso al “plastic bag” (sacchetto di plastica, ndr). È dimostrato che nella maggior parte di questi casi si tratta di suicidio e non di omicidio. Un sacchetto di plastica lo devo chiudere bene altrimenti passa l’aria e in quel caso poi si vedrebbero i segni sul collo».

«Bergamini parzialmente sormontato, Fineschi sbaglia»

Innamorato, nella sua escussione più simile a una conferenza medico-legale che a una testimonianza, ha citato molti articoli scientifici e testi e sulla Tac effettuata sul corpo riesumato di Bergamini ha spiegato la sua tesi esponendo un bacino in resina. «Quello che dice il professore Fineschi è sbagliato. Il trauma del calciatore – ha dichiarato – è tutto a sinistra e non a destra. Bergamini è stato parzialmente sormontato dal camion a sinistra. Se fosse stato completamente sormontato si sarebbero trovare fratture su tutto il bacino».
Nel capo d’imputazione di Isabella Internò risulta che Bergamini potrebbe essere stato narcotizzato. «Bisognerebbe dire con quali sostanze però – ha affermato ancora Innamorato –. Durante l’esame autoptico non sono state trovate sostanze volatili. Sia cloroformio che etere provocano irritazioni cutanee che su Bergamini non sono state trovate. Inoltre nel 1989 queste sostanze non erano alla portata di tutti. Ma anche se fosse stato narcotizzato, perché non è stato riscontrato DNA di altre persone nelle unghie della vittima?».
Spazio poi a una ricostruzione video dell’ipotetica morte del calciatore del Cosenza prodotta dalla stessa Innamorato insieme a un suo consulente, secondo la quale Bergamini si sarebbe tuffato a terra prima che il camion di Raffaele Pisano arrivasse sul punto dell’impatto per poi attenderlo. «Dai verbali – ha continuato la teste – Bergamini si è tuffato sotto il camion. Nella mia ipotesi, visto che non sono state trovate lesioni da trauma, il corpo era già a terra prima che il camion lo sormontasse». Inevitabile parlare poi dell’esame della glicoforina come strumento di natura istologica e istochimica in grado di dare indicazioni sulla vitalità delle lesioni. «Serve a capire – ha detto Innamorato – se una lesione è stata inferta prima o dopo la morte. In questo caso non c’è lesione in corrispondenza della laringe. Gli studi della professoressa Cristina Cattaneo evidenziano i limiti della glicoforina e le variabili della ricerca. Non esiste un metodo standardizzato per le ferite cutanee e vitali. Io non so se l’esame della glicoforina a distanza di 28 anni abbia una sua incisività, in questo caso credo che la positività non sia indicativa di una lesione. Non posso fare l’esame della glicoforina e non tenere conto di non aver trovato lesioni. Comunque tengo a sottolineare – ha chiarito sempre Innamorato – che io non ho mai utilizzato la glicoforina».

Primicerio e Anselmo: «Perché non ha mai fatto osservazioni sulle risultanze del 2017?»

Fin qui le parole del medico legale sulle domande degli avvocati della difesa Pugliese e Marzocchi.
Il pm Luca Primicerio ha chiesto a Innamorato se avesse prodotto pubblicazioni di articoli su riviste accreditate a livello internazionale e nazionale. «A livello internazionale no – ha risposto la teste –, non so se quelle nazionali su cui ho scritto fossero accreditate. La mia attività è comunque solo di tipo ospedaliera». Primicerio ha quindi domandato a Innamorato perché durante e dopo la riesumazione e l’autopsia del 10 luglio 2017, e poi ancora dopo le operazioni di campionamento e la lettura collegiale dei vetrini non abbia mai fatto osservazioni agli altri consulenti di parte. «Come ho già detto prima – ha replicato il medico legale – io non mi occupo di glicoforina». Ancora Primicerio: «E perché nella relazione del 2021 lei scrive che il corpo di Bergamini era a terra supino mentre oggi ci dice che era prono?». Risposta: «Ho sbagliato».
Anche l’avvocato di parte civile Fabio Anselmo è tornato sulle osservazioni mancate di Innamorato nel 2017. «Dal 2021 fino ad oggi invece – ha osservato il legale – lei afferma delle cose molto nette contro l’operato del professore Crisci. «Dico la verità – ha detto la testimone – all’inizio i coniugi (Isabella Internò e Luciano Conte, ndr) non erano convinti della mia consulenza. C’è stato un lungo tira e molla, con ovvio disappunto da parte mia. Non erano intenzionati a nominarmi come consulente, pensavano che la verità fosse acclarata. Io ho presenziato lo stesso alla riesumazione, ma la situazione era poco chiara all’inizio, anche per questo ho ritenuto di non dover controbattere durante le operazioni del 2017». Anselmo ha fatto vedere alla teste alcune foto della laringe e del collo di Bergamini in cui emergerebbero delle lesioni e dei segni. «Lei ricorda – ha chiesto Anselmo – perché si decise di indagare sull’ipotesi di soffocamento partendo da questi segni?». «No, non ricordo», ha replicato Innamorato. È stata poi fatta ascoltare un’intercettazione telefonica del 2017 tra Luciano Conte e la stessa Innamorato in cui quest’ultima sottolinea al marito di Isabella Internò che «qui il problema è un altro, le indagini, le cose che fanno stanno destando sospetti. Il morto pure a distanza di tempo parla». Il medico legale dopo essersi riascoltata oggi in aula ha detto che quella frase (il morto parla) «la uso spesso, ma a distanza di anni non mi ricordo tutto. Ricordo solo che c’era stata la lettura dei preparati istologici e avendo percepito l’orientamento dei periti, mi sono preoccupata». Sull’assenza di lesioni sul corpo e sul capo di Bergamini e sulla mancanza di segni di trascinamento sui suoi vestiti, Innamorato ha ammesso di non aver visto gli indumenti, ma il trascinamento è compatibile nella fase finale». Domanda finale di Anselmo: «Anche su questo non ha avuto dubbi?». Risposta: «Ne ho avuti tantissimi».

Il confronto tra Innamorato, Neri e Testi

Nella parte finale dell’udienza, la corte presieduta da Paola Lucente ha ammesso il confronto (soltanto sull’asfissia meccanica e non sull’esame della glicoforina) tra Liliana Innamorato, Margherita Neri (consulente della procura di Castrovillari) e Roberto Testi (consulente della parte civile). «A differenza di quello che dice la collega Innamorato – ha detto Testi – i morti sanguinano. Bergamini non aveva un enfisema cranico, pensare che abbia avuto un’insufficienza di cuore e poi gli sia passato sopra un camion è escluso. Sotto le unghie non c’erano altri DNA perché è impossibile trovarli dopo 27 anni». Sulle sostanze volatili sempre Testi ha chiarito che dopo 40 giorni dalla morte non è riscontrabile un narcotizzante. Mentre sull’ipotesi plastic bag ha detto che è possibile che due persone abbiano colto di sorpresa da dietro il calciatore. «La pressione della plastica sul viso provoca il soffocamento – ha evidenziato – con perdita di coscienza in meno di un minuto». Neri ha ricordato come dalla diagnosi istologica risultino market di asfissia».
Il 23 maggio si terrà un’udienza interlocutoria con le eventuali richieste di nuovi mezzi di prova. (f.veltri@corrierecal.it)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x