REGGIO CALABRIA Fu tra le prime donne ad essere condannate per associazione a delinquere di stampo mafioso. Poi l’arresto, l’ergastolo e la morte nel 2017 a 86 anni. È la storia di “mamma eroina”, Maria Serraino, raccontata dal Panorama, una delle prime ‘ndranghetiste a finire in carcere con sentenza d’ergastolo. Droga e anche un omicidio: un vero e proprio dominio criminale nella Milano degli anni ’80, con un “esercito” di soldati di tutte l’età che spacciavano per le strade. Originaria di Cardeto, nel Reggino, si sposta dalla Calabria al Nord insieme ai suoi 12 figli per trovare lavoro. È lì che, insieme al marito Rosario Di Giovine, costruirà un vero e proprio impero basato su droga e traffico di armi dalla Svizzera: armi che poi sarebbero servite nella lunga scia di sangue causata dalle faide che imperversavano in quegli anni in Calabria. “Matriarca” di ‘ndrangheta, fu condannata all’ergastolo nel 1997 con l’inchiesta “Belgio 2”, accusata di essere stata la mandante dell’omicidio di uno spacciatore. Fu il pm Maurizio Romanelli a ricostruire gli indizi che portarono alla sentenza, mentre per il marito Di Giovine furono 18 gli anni. In carcere, anche la maggior parte dei figli di Maria Serraino. Un intero clan che disarticolato dalle operazioni degli anni ’90, dalle quali emersero anche le violenze e il clima di terrore vissuto all’interno della famiglia. (redazione@corrierecal.it)
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